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Egregio direttore,
incapacità, approssimazione, insensibilità, questi i trancianti giudizi espressi dalla signora Schlein sulla destra e che caratterizzano (secondo lei) l'azione del governo Meloni. Dopo "stragisti" e "assassini" vedo che i giudizi stanno migliorando: giudizi che, anche se non hanno alcun fondamento (è come dire siete "brutti" e "cattivi") sono aggettivi sicuramente più d'effetto (applausi).
Secondo me la nuova segretaria dem, quanto a parole vacue e battute ad effetto, ricalca le orme del suo predecessore Letta: vorrei sapere cosa ne pensa Lei.
Pietro Spera
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Caro lettore,
mi sembra davvero troppo presto per esprimere un giudizio su Elly Schlein come segretaria del Pd. Certamente la neo leader democratica ha portato una ventata di novità nel mondo dem uscito assai malconcio, nei numeri e nell'umore, dalle ultime elezioni politiche. Schlein ha suscitato entusiasmo e alimentato molte speranze, dentro e fuori il Pd, soprattutto alla sua sinistra. Le ragioni di tutto ciò sono facilmente intuibili: la sua giovane età, il percorso politico estraneo all'apparato di partito, il fatto di essere donna e rappresentare quindi, almeno nell'immaginario della sinistra, una risposta immediata e possibile a Giorgia Meloni.
Nel Pd e nel mondo che ruota intorno ad esso c'era una voglia di novità più che di cambiamento, Schlein l'ha interpretata e le ha dato un volto: il suo.
Il Gazzettino