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Caro Direttore,
la ricorrenza del 25 aprile quest'anno non potrà essere una riedizione dello stanco rito laico il cui simbolismo si affievolisce a mano a mano che dei testimoni diretti, dei combattenti di allora, sono rimasti solo i valori ideali che li spinsero alla lotta armata.
Umberto Baldo
Caro lettore,
i tempi sono diversi e diverse sono le condizioni storiche, ma c'è un evidente linearità tra il nostro 25 aprile e la guerra che stanno combattendo gli ucraini. Oggi come ieri c'è un popolo che combatte contro l'invasore. Oggi come ieri c'è un popolo che lotta contro un dittatore e per la propria libertà e la democrazia. Oggi come ieri c'è un popolo che soffre per la volontà di potenza imperiale di un despota che fa strame di ogni regola del diritto internazionale e di ogni principio. Questo è ciò che conta. I tanti distinguo che abbiamo ascoltato in questi giorni e i tentativi di mettere sullo stesso piano nel conflitto odierno aggredito e aggressore, esprimono la difficoltà a comprendere il momento storico che stiamo vivendo o mascherano l'incapacità di fare una scelta chiara, oltre le ipocrisie e le derive post ideologiche.
Il Gazzettino