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Caro Direttore,
il conflitto scoppiato con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia porta a riflettere sulla differenziazione anche in campo religioso. Infatti mentre registriamo le preghiere e le invocazioni di Papa Francesco perché siano deposte le armi e vinca la pace, col significativo gesto di far partecipare alla Via Crucis al Colosseo due ragazze l'una russa e l'altra Ucraina, Cirillo I° Archimandrita e Patriarca di tutte le Russie si schiera apertamente da una parte e per la guerra. Vien da chiedere quale cristianesimo e quale riferimento evangelico e a Gesù Cristo? Che forse si è sacrificato inutilmente e lo si vuol crocifiggere ancora una volta?
Celeste Balcon
Belluno
Caro lettore,
la sorpresa per la posizione del patriarca Kirill nei confronti della guerra in Ucraina è un altro degli effetti della superficiale lettura con cui gran parte dell'Europa e dell'Occidente hanno seguito l'involuzione della Russia di Putin negli ultimi anni.
La posizione di Kirill sulla guerra in Ucraina è la coerente conseguenza di queste scelte che, come accade spesso nei sistemi dittatoriali, hanno visto la Chiesa ortodossa assumere il ruolo di alleato del regime e di custode dei valori profondi della Grande Russia. In questa sua funzione Kirill ha benedetto l'intervento militare in Ucraina con la necessità di lottare contro i modelli di vita, quelli occidentali, promossi dalle parate gay. Anche questa posizione però è stata forse un po' sottovalutata da tanti osservatori. Ma è anch'essa indicativa del ruolo della Chiesa ortodossa in Russia e dell'involuzione autoritaria e oscurantista della Russia di Putin.
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Il Gazzettino