Profughi, le scelte dell’Ungheria e l’immobilismo dell’Europa

Profughi, le scelte dell’Ungheria e l’immobilismo dell’Europa
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Caro direttore,

dopo i decreti fascisti di Viktor Orban, primo ministro magiaro, mi auguro che il Cio, il Comitato internazionale per l'assegnazione dei giochi olimpici, dia cartellino rosso alle Olimpiadi del 2020 a Budapest. Chi ha la mia età si ricorda dei fatti del 1956, quando fuggirono dall'Ungheria 250mila profughi, ospitati in tutte le parti del globo. Chi invece è più anziano, si ricorda che i magiari nella stragrande maggioranza furono fedeli all'ammiraglio Horthy, collaborazionista di Adolf Hitler, e che - la storia si ripete - si comportarono peggio dei nazisti durante i massacri degli ebrei ungheresi. Altro che Olimpiadi, meriterebbero la cacciata dall'Europa, come cèchi, slovacchi e polacchi, tutta gente dell'orbita sovietica.



Alessandro Dittadi

Mogliano Veneto (Tv)




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Caro lettore,


non facciamo prevalere la passione sulla ragione. L'Europa è maestra negli autogol, ma quello di allontanare i Paesi dell'ex blocco comunista sarebbe un autentico capolavoro di autolesionismo. Significherebbe ricacciarli nell'orbita russa, vanificando anni di lavoro diplomatico e facendo un clamoroso e inatteso regalo a Putin. Quanto all'Ungheria, certamente alcune scelte di Orban sono deprecabili e discutibili, ma se l'Ue non avesse ignorato il paese magiaro e non l'avesse lasciato solo ad affrontare le ondate di migranti che premevano ai suoi confini (l'Ungheria ha avuto il record di richieste di asilo), forse il consenso di Orban non sarebbe così cresciuto e il premier magiaro avrebbe avuto molte più difficoltà a introdurre certe misure. Infine: la proposta di espellere l'Ungheria dalle Olimpiadi. Non ho simpatia per Orban, ma penso sarebbe sempre opportuno separare lo sport dalla politica. Inoltre vale la pena di ricordare che, piaccia o non piaccia, il premier ungherese è stato eletto democraticamente dai suoi cittadini. Al contrario di quanto accade per i leader di altri Stati (penso per esempio alla Cina o a Cuba) che pure partecipano a pieno titolo ai giochi olimpici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino