Lo spot della pesca e il "politicamente corretto" che ha paura e fugge dal mondo reale

Spot Esselunga
Gentile direttore, colpo da maestro messo a segno da Esselunga! Una trovata pubblicitaria è servita da esca per la sinistra massimalista che, mangiando esca, amo e lenza...

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Gentile direttore,
colpo da maestro messo a segno da Esselunga! Una trovata pubblicitaria è servita da esca per la sinistra massimalista che, mangiando esca, amo e lenza è riuscita a esaltarne e moltiplicarne l'effetto che, forse sarebbe passato come uno dei tanti messaggi pubblicitari. La vicenda ha assunto un rilievo nazionale ed è finita su tutti gli organi di informazione, con grande risalto e questo può fare capire in quali acque stiamo navigando. Si è perso il senso della misura ed ogni occasione è buona per cercare lo scontro politico spesso, come in questo caso, su argomenti futili, quando ci sarebbero numerosi e gravi problemi che affliggono il Paese e che richiederebbero: serietà, impegno e competenza da parte della politica. Anche in questo caso stiamo assistendo ad una prova modesta che consegna un risultato opposto al desiderato, facendo il gioco di quelli che loro massimalisti, chiamano il padrone. La Esselunga immagino ringrazi i politici intervenuti contro lo spot sperando in una loro futura collaborazione.


Pietro Balugani


Caro lettore,


credo che nemmeno il più geniale dei pubblicitari avrebbe potuto immaginare il successo ottenuto dallo spot di Esselunga. E la cosa sensazionale è che tanto clamore è stato ottenuto non da un video che pesca nella fantasia tecnologica, che racconta un mondo che non c'è, che proietta il telespettatore in territori selvaggi, primordiali o bucolici. No questo spot, come ha notato con il solito acume Luca Ricolfi, racconta semplicemente un pezzo della nostra realtà, parla della condizione di tantissime persone, uomini e donne, la cui relazione di coppia è finita, di famiglie spezzate e dei dolori, delle tristezze e delle sofferenze che questo comporta in coloro che ne sono coinvolti, grandi e piccoli. Ma proprio questo è il problema. Chi ha criticato questo spot in fondo ha paura della realtà. Preferisce un racconto illusorio e illudente che non lo costringa a farsi domane scomode sul ruolo della famiglia e sulle conseguenze del suo disfacimento, che non lo obblighi a riflettere sui diritti dei più piccoli, che non lo distoglie da una narrazione ideologica della realtà. E che di fronte allo spot di Esselunga si sente spiazzato. E reagisce ricorrendo al classico armamentario del "politicamente corretto". Cioè fugge dal mondo reale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino