Il "campo largo" diventa stretto se l'alleanza si basa solo sull'interesse a evitare le urne

Il "campo largo" diventa stretto se l'alleanza si basa solo sull'interesse a evitare le urne
Egregio direttore, nei giorni scorsi ho sentito un importante esponente del Pd, forse era il segretario Zingaretti, parlare di campo largo. Si riferiva ovviamente alle alleanze...

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Egregio direttore,
nei giorni scorsi ho sentito un importante esponente del Pd, forse era il segretario Zingaretti, parlare di campo largo. Si riferiva ovviamente alle alleanze del Pd e in particolare all'esigenza di un rapporto più ampio, il campo largo appunto, con il Movimento 5 Stelle.

Va tutto bene, naturalmente.
Ma bisognerebbe anche capire e mettersi d'accordo su cosa si coltiva in questo campo. A me pare che gli uni vogliano far crescere melanzane, gli altri patate o barbabietole. E il raccolto è la finanziaria che infatti cambia ogni giorno perché non si riesce mai a trovare un punto di equilibrio.
O mi sbaglio?
Angelo Frontini
Padova

Caro lettore,
metafore agricole a parte, credo che lei abbia colto uno dei temi chiave della attuale stagione politica. La tendenza a sostituire l'aritmetica alla politica. La convinzione che basti sommare i voti o i seggi di due forze politiche per fare un'alleanza o una solida ed efficace maggioranza di governo. I limiti di questa visione erano già emersi con il governo precedente che si reggeva sull'innaturale alleanza tra Lega e 5 Stelle e che infatti è durato poco più di un anno.

Si ripropongono con ancora maggiore evidenza oggi con il Conte bis. Il campo largo auspicato da Zingaretti, tanto nell'azione di governo quanto nelle alleanze elettorali, trova il suo limite nelle ristrettezze e nella genericità del disegno politico che lo dovrebbe sostenere. In politica, come è noto, non sempre uno più uno fa due. Spesso, se a unire due o più forze politiche è un matrimonio di convenienza e non un comune progetto, il risultato è ben diverso. La sensazione prevalente, quella che Pd e M5s non sono ancora riusciti a cancellare agli occhi di tanti elettori, è che il fondamento della loro alleanza sia soprattutto il comune interesse, sorretto appunto solo dai numeri, a non fare le elezioni. E se questa continuerà ad essere l'immagine che l'alleanza Pd-M5s dà di sè, il campo largo evocato dal segretario democratico rischia di restringersi ulteriormente invece che ampliarsi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino