I partiti più che agli schieramenti guardino a chi non va più a votare

I partiti più che agli schieramenti guardino a chi non va più a votare
Egregio direttore, è ripresa la corsa al centro. In tanti si agitano, dalla maggioranza all'opposizione, per occupare la posizione mediana nello scacchiere politico...

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Egregio direttore,
è ripresa la corsa al centro. In tanti si agitano, dalla maggioranza all'opposizione, per occupare la posizione mediana nello scacchiere politico italiano.

A cosa porterà questo tanto agitarsi non è chiaro. 
E ci sarebbe da chiedersi se ha senso in un quadro politico dove si confrontano già tre poli (centrosinistra, centrodestra e grillini), immaginarne un quarto che dovrà poi allearsi, di volta in volta, con gli uni e con gli altri. Lei cosa ne pensa?

Paolo Pavan
Padova


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Caro lettore,
in Italia la corsa al centro appassiona la politica da oltre un ventennio, cioè da quando è scomparsa la Dc. In realtà più che guardare e azzuffarsi al centro i partiti dovrebbero guardare soprattutto fuori, cioè a quella enorme quantità di elettori che ha deciso di non votare più. Né la destra, né la sinistra né tantomeno il centro. Le sfide elettorali future di misureranno non tanto sulla capacità di sottrarre all'avversario consensi al centro, ma su quella di recuperare i voti di chi ha scelto di rinunciare al diritto di voto. E per ottenere questo, la prima cosa da fare è guardare e giudicare la realtà senza i filtri delle proprie certezze e delle proprie convinzioni. Continuare, per esempio, ad etichettare superficialmente come reazioni "di pancia", irrazionali o populiste, comportamenti sempre più diffusi in settori dell'opinione pubblica, è un grave errore. Le pulsioni che attraversano la società vanno ascoltate, capite e comprese dalle classi dirigenti (o aspiranti tali). Non ignorate con sufficienza o liquidate in modo spregevole e altezzoso.


In un mondo che cambia così rapidamente l'incertezza sul presente e sul futuro è l'elemento prevalente, con cui è necessario fare i conti e sporcarsi le mani. È questo il vero centro della politica dell'oggi e, con ogni probabilità, anche del domani. L'altro, di centro, è ormai sempre più un'astrazione cara a certa politica, che dimostra, ancora una volta, di essere troppo lontana dalla realtà. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino