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Egregio Direttore,
l'efferato omicidio a Parigi del docente Samuel Paty è legato strettamente alle ben note vignette satiriche su Maometto della rivista francese Charlie Hebdo di cui tutti ricordiamo gli atti terroristici che ne sono susseguiti. Premetto che non c'è assolutamente giustificazione alle reazioni e alle barbarie che sono nate a seguito di tali vignette compreso l'omicidio del docente, però dal mio punto di vista un argomento delicato e suscettibile come la fede religiosa non dovrebbe mai essere oggetto di satira o scherno da parte di enti di informazione e giornalismo; come un Musulmano si sente offeso per le caricature su Maometto, un Cristiano lo può essere se si deride Gesù o un Buddhista per Buddha. Con questo non voglio fare intendere che Samuel se l'è cercata, però non trovo neanche coerente che le vignette di Charlie Hebdo siano un esempio di libertà di informazione da portare in classe. Per questo motivo, come all'epoca dei fatti non ero d'accordo nel seguire e appoggiare l'onda emotiva di Je suis Charlie, neanche oggi mi sento di dire Je suis Samuel
Riccardo Battiston
Caro lettore,
ogni opinione è lecita.
Il Gazzettino