Le folli scommesse di Nicolò Fagioli: una storia triste. Che genera incredulità e rabbia, ma deve far riflettere

Le folli scommesse di Nicolò Fagioli: una storia triste. Che genera incredulità e rabbia, ma deve far riflettere
Caro direttore, stavo leggendo un articolo che parlava di Nicolò Fagioli: lacrime, dispiacere...sapeva che non poteva scommettere ma lo faceva nonostante la sua squadra, la...

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Caro direttore,
stavo leggendo un articolo che parlava di Nicolò Fagioli: lacrime, dispiacere...sapeva che non poteva scommettere ma lo faceva nonostante la sua squadra, la Juventus, avesse informato lui e gli altri giocatori che era vietato. Scopro che aveva anche accumulato un debito enorme verso gli scommettitori. Poi su Google digito Fagioli e leggo che guadagna un milione di euro netti all'anno. Allora tengo per me gli insulti che mi sono venuti in mente, ma dico: Fagioli lascia il calcio vai, a lavorare e non farti più vedere.


Alberto Pola
Mirano (Ve)


Caro lettore,


credo che altri abbiano avuto una reazione simile alla sua. Confesso invece che a me la vicenda di Nicolò Fagioli genera innanzitutto tristezza e incredulità. E rabbia. Non mi fraintenda: non lo giustifico in alcun modo, nè provo pena per lui. Altri sono gli esseri umani, assai più sfortunati del giovanissimo centrocampista juventino, che meritano questo genere di sentimenti. Ma leggendo le sue confessioni, ascoltando le minacce che riceveva ("ti spezziamo le gambe"), rivedendo i pianti in panchina e ripercorrendo l'abisso in cui è precipitato passando dal brivido della prima puntata all'ossessione per le scommesse fino al terrore di non riuscire più a uscirne, non riesco a non chiedermi perchè sia successo tutto questo. Come sia possibile che un ragazzo che, sulla carta, nonostante la giovanissima età, aveva già tantissimo se non tutto - talento, ricchezza, fama, fortuna -, si sia buttato via in questo modo. Non abbia capito in tempo, e non abbia avuto vicino a se nessuno che glielo faceva capire, fin dove l'avrebbe portato questa folle corsa al rialzo. Forse contribuisce a rendere così inspiegabile questa storia anche la faccia "pulita" di Fagioli, il suo volto da bravo ragazzo. Non lo so. Certo è una vicenda umana che, anche per l'inevitabile risalto mediatico che ha avuto, ci fa riflettere. Su tante cose. Su quanto, talvolta, mondi apparentemente dorati come quello del calcio, celino miserie e brutture. Su quanto siano indifesi e deboli questi giovani e idolatrati campioni, tanto feroci e determinati quando sono sul prato verde, quanto fragili una volta che valicano le porte dello stadio. Su quanto, in fondo, tutti noi umani siamo vulnerabili e ci illudiamo di governare pulsioni e derive che invece spesso ci trascinano con loro. Tutto questo non assolve in alcun modo Fagioli. Ma può aiutarci anche a guardar dentro noi stessi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino