Egregio direttore, ho vissuto a lungo negli Stati Uniti e quando mio figlio faceva le elementari a Natale l'insegnante mi...
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ho vissuto a lungo negli Stati Uniti e quando mio figlio faceva le elementari a Natale l'insegnante mi ha chiesto di raccontare alla classe la storia del Natale e della befana come si svolgeva in Italia.
C'erano bambini di tutto il mondo e di diverse religioni ma alla fine dopo aver ascoltato senza fiatare mi hanno applaudita con entusiasmo, per loro era soltanto una bella favola! Non capisco i problemi che si creano gli italiani su questo argomento, non ferisci nessuno se racconti una bella storia ai bambini che poi a casa loro seguiranno le proprie religioni rispettando la religione del Paese dove hanno scelto di vivere.
S. G.
Padova
Cara lettrice,
torno sull'argomento perché la sua particolare testimonianza conferma, se ce ne fosse bisogno, che il presepe non è un problema creato dagli stranieri che vivono nel nostro Paese, ma da alcuni italiani vittime di una pseudo-ideologia falsamente progressista. Non c'è alcun rispetto nel celare o mistificare le proprie identità o le proprie tradizioni o nel chiamarle in un modo diverso. Anzi: è una forma di razzismo al contrario. Chi vive nel nostro Paese deve aver la possibilità di confrontarsi con la realtà in cui vive e deve crescere. Non c'è nulla in tutto questo di autoritario o di poco rispettoso dei diritti. Anzi è una forma di accoglienza vera, non ipocrita e che non sconfina nella sottomissione.
Chi viene in Italia e decide di vivere in questo Paese deve fare i conti con questo mondo. Non esserne escluso o relegato nella sua dimensione culturale o familiare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino