Matteo Salvini è un formidabile "animale" politico, ma al leader leghista ora serve un cambio di marcia

Matteo Salvini
Carissimo Direttore, ho letto il suo articolo di fondo e convengo, in gran parte, con la sua analisi, ma sono dell’opinione che Salvini, se non adottasse quel suo...

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Carissimo Direttore,
ho letto il suo articolo di fondo e convengo, in gran parte, con la sua analisi, ma sono dell’opinione che Salvini, se non adottasse quel suo atteggiamento così perentorio, non otterrebbe gli ottimi risultati che consegue. Il 3 settembre 2019 le ho inviato la mia opinione sulla poca onestà intellettuale dei dirigenti del Pd che hanno approfittato, senza ritegno e senso democratico, delle dimissioni del ministro degli Interni. Mi sembra che sia più onesto dire le cose come stanno, piuttosto che agire per compromessi e giri di parole, come, purtroppo, la sinistra è avvezza a fare. Gli italiani che lavorano hanno le idee ben precise: non vogliono più essere presi in giro da politici incompetenti e da burocrazia arretrata e inefficiente.

Sandra Sartore
Padova

Cara lettrice,

non c’è dubbio che lo stile politico diretto di Matteo Salvini, benché a volte un po’ sopra le righe, sia una delle chiavi del suo successo. Il leader della Lega è un formidabile animale politico capace, come pochi altri, di intercettare gli umori popolari e di entrare in sintonia con il suo popolo. Anche da ministro ha interpretato il suo ruolo in modo spesso irrituale, ma è indubbio che la sua politica dell’immigrazione, benché da molti contestata, ha lasciato un segno e costretto anche una parte del centro sinistra ha rivedere le proprie posizioni. Non è un caso che il rieletto governatore emiliano, Stefano Bonaccini, in campagna elettorale abbia spesso ripetuto «Non possiamo certo accogliere tutti». Detto ciò, penso che la politica di “sfondamento” di Salvini abbia raggiunto il massimo dei risultati possibili e che ora sia necessario per il capo leghista avviare un’altra fase. I risultati elettorali di domenica mi sembra lo confermino. Perché è cambiato il centro destra dove la seconda forza è rappresentata da Fdi e non più da Fi. Perché, come ha notato anche un esponente di rilievo della Lega come Giorgetti, la proposta politica della Lega fa fatica a far breccia nei centri cittadini con la stessa efficacia con cui ha conquistato province e periferie. Perché la strategia dell’uno contro tutti, adottata anche in questa campagna elettorale, ha mostrato il fiato corto e finito con il coalizzare tutti gli avversari. Per Salvini non si tratta di rinunciare al suo stile di far politica. Ma di cambiare marcia e provare ad immaginare una nuova fase politica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino