Licata, come nel film di Ficarra e Picone

Licata, come nel film di Ficarra e Picone
Caro Direttore A inizio anno ho visto al cinema il film di Ficarra e Picone L'ora legale, in cui in un paese siciliano viene eletto sindaco un professore che ha fra i punti...

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Caro Direttore
A inizio anno ho visto al cinema il film di Ficarra e Picone L'ora legale, in cui in un paese siciliano viene eletto sindaco un professore che ha fra i punti qualificanti del suo programma il ripristino della legalità, compresa la lotta all'abusivismo edilizio. 


Solo che quando i cittadini capiscono che fa sul serio, e vedono abbattere le loro case, prima ricorrono agli insulti, alle minacce, agli attentati, per poi decidere che quel sindaco non va più bene, e lo fanno defenestrare. 
Una trama ovviamente costruita dal duo comico per fare ridere, che ritenevo paradossale fino a ieri, quando il Consiglio comunale di Licata ha sfiduciato il sindaco Angelo Cambiano, reo di aver dato esecuzione a sentenze di abbattimento passate in giudicato. 

Licata rappresenta un ulteriore esempio di una classe politica disposta a coltivare il malaffare in cambio del consenso elettorale, ed una sconfitta dello Stato, chiaramente incapace di garantire, non solo in quell'angolo di Sicilia, il rispetto della legge.

Umberto Baldo

Caro lettore, 
certamente la vicenda di Licata è una sconfitta per lo Stato. Ma anche la dimostrazione che in certe aree del Paese il malcostume e l'illegalità sono una pratica diffusa, tollerata quando non accettata a molti livelli anche dai semplici cittadini. 

Generalizzare è sempre sbagliato e certamente molti abitanti di Licata saranno dalla parte del loro ormai ex sindaco. 

Ma resta il fatto che il consiglio comunale ha sfiduciato il primo cittadino e le cronache non raccontano di manifestazioni a suo favore.

Finché il rispetto delle regole e delle leggi saranno una variabile indipendente o una gentile concessione, non ci si può sorprendere della facilità con cui la criminalità piccola e grande riesce a insediarsi in alcune aree del Paese. 
A Licata ha perso lo Stato, ma ha vinto sopratutto una cultura diffusa insofferente alle regole e alle leggi.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino