Caro direttore, dopo le elezioni europee sono esplose tante notizie di crisi aziendali. Aziende che delocalizzano come Whirlpool, Knorr, Unilever per citarne solo alcune. Sono...
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dopo le elezioni europee sono esplose tante notizie di crisi aziendali. Aziende che delocalizzano come Whirlpool, Knorr, Unilever per citarne solo alcune. Sono segnali di debolezza della nostra economia in un quadro d'incertezza mondiale ma più grave in Italia che già a partire dagli anni '70 ha perso progressivamente le aziende più grandi, mentre circa l'80% delle nostre imprese è piccola e media, più esposta ai venti di burrasca. Le associazioni dei produttori invano lamentano le difficoltà ambientali che rendono difficile fare impresa in Italia, per le solite ragioni, soprattutto dovute al costo del lavoro e al carico fiscale, alla burocrazia, alle troppe leggi, alla giustizia ecc. Di fronte a questo la politica sembra poco sensibile promettendo aumenti di spesa generalizzati. Ha cominciato Renzi con i 500 Euro ai giovani 18enni, gli 80 Euro ai percettori di reddito medio bassi, poi è arrivato l'attuale governo con l'anticipo pensioni, il reddito di cittadinanza, la flat tax. Ultima invenzione, l'acqua di cittadinanza, da progetto presentato al Parlamento dai 5Stelle. Il tutto senza coperture, con più deficit e debito e con annunciata la procedura d'infrazione Ue. Non sarebbe più semplice prendere subito pochi provvedimenti per rilanciare l'impresa?
Aldo Mariconda
Venezia
Caro lettore,
distribuire ricchezza è da sempre una delle attività predilette della classe politica di ogni epoca.
Il Gazzettino