La parola "libertà" non c'entra con il Green pass. In ospedale il medico decide le cure, non il paziente

La parola "libertà" non c'entra con il Green pass. In ospedale il medico decide le cure, non il paziente
Egregio direttore, i vari movimenti no-vax e adesso no-pass usano come slogan la parola “libertà” ma a mio modo di vedere stanno confondendo il significato di...

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Egregio direttore,
i vari movimenti no-vax e adesso no-pass usano come slogan la parola “libertà” ma a mio modo di vedere stanno confondendo il significato di questa parola con il concetto di anarchia, dove ogni singolo individuo deve sentirsi autorizzato a fare ciò che vuole e in qualsiasi contesto ignorando, prima ancora che facciamo tutti parte di una nazione, di una comunità. Il governo, anche sbagliando qualcosa, ha l’obbligo di imporre delle misure atte a contrastare il diffondersi del virus e salvaguardare la salute pubblica e, fortunatamente, la maggior parte della comunità lo ha percepito affidandosi al proprio senso civico e alla fiducia nella medicina. Se c’è un nemico che ha momentaneamente tolto la libertà a tutti questo è proprio il coronavirus e l’unico rimedio per sconfiggerlo in tempi brevi è la vaccinazione di massa, che piaccia o no. Quindi chi adesso grida alla libertà, si ricordi che se tra qualche anno potremo tornare alla vita libera lo dovremo proprio a chi adesso si sta vaccinando e rispetta le regole, perché prima dei diritti vengono i doveri.


Riccardo Battiston

Caro lettore,
la parola libertà è una delle più usate e spesso a sproposito. Quasi sempre si parla di libertà considerandola un bene proprio e indivisibile. Quando è invece l’esatto contrario. Nel caso dei no-green pass è del tutto evidente che la libertà c’entra poco o nulla. Nella maggior parte dei casi è soprattutto un pretesto retorico per nobilitare ansie, paure, convinzioni pseudo-scientifiche. Non mi fraintenda: non intendo minimizzare o dileggiare nulla e nessuno.

Credo che le opinioni di chi è contrario al green pass vadano ascoltate e considerate. E che sia necessario convincere con gli strumenti della ragione e non dell’imposizione, chi non ritiene utile o addirittura dannoso questo strumento. Ma evitiamo di trasformare in una battaglia di libertà quella che è invece una legittima battaglia contro un virus e le sue conseguenze. Alle persone che in questi giorni sono scese in piazza contro il green pass e i vaccini vorrei chiedere: ma perché quando avete un dolore o siete affetti da una grave patologia, avete fiducia nei medici e riponete giustamente in loro, nelle terapie e nelle medicine che vi consigliano le vostre speranze di guarigione e invece ora, nel caso del Covid e dei vaccini, li trattate come servi delle multinazionali del farmaco o schiavi dei un presunto pensiero unico? Perché mai un medico che vi aiuta a guarire se avete un raffreddore, un’ulcera o se vi scoprono un melanoma, dovrebbe avvelenarvi o inocularvi nel corpo strane sostanze quando si tratta di impedirvi di contrarre il Covid? E a proposito di libertà: forse che una persona quando va in ospedale decide lui, non il chirurgo o lo specialista, che tipo di intervento fare o quali terapie e medicinali usare? Se non vogliamo rispettare la scienza, almeno rispettiamo le parole.

 

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Il Gazzettino