Le parole di papa Francesco contro la guerra vanno rispettate, non strumentalizzate

Le parole di papa Francesco contro la guerra vanno rispettate, non strumentalizzate
Caro Direttore, trovo molto strano come questo governo usi le parole di Papa Francesco, quando sono o non sono allineate con le proprie. Se combaciano, allora quel che dice il...

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Caro Direttore,
trovo molto strano come questo governo usi le parole di Papa Francesco, quando sono o non sono allineate con le proprie. Se combaciano, allora quel che dice il Santo Padre è puro Vangelo e viene fatto sentire sino alla nausea su tutti i telegiornali, dall'alba alla notte: «Ah, lo dice anche Papa Francesco». Quando non combaciano, come nel caso dell'incremento delle spese militari, allora lo si è sentito una volta sola quel discorso, per poi essere nascosto a mo' di polvere sotto il tappeto. Nel contesto in questione non si lesina a dar voce pure all'opposizione (Meloni) e nelle interviste le si lascia concludere il concetto, cosa che accade raramente. Libertà di stampa e di parola sono alla base di una solida democrazia, ma quando si comincia ad usare pesi e misure diversi, qualcosa sta scricchiolando. Meditate gente.


Gerardo


Caro lettore,


da sempre le parole del Santo Padre o le prese di posizione della Chiesa vengono sfruttate a proprio uso e consumo dalla politica: se coincidono con le loro posizioni, partiti e leader le enfatizzano e rilanciano per sostenere e dar maggior forza alle proprie posizioni. Se vanno invece in direzione contraria, fingono di non vederle o addirittura le considerano un'indebita ingerenza clericale nella vita pubblica. Basti pensare ai temi dell'accoglienza e ai temi della sessualità o del fine vita. Le stesse forze politiche che rilanciano gli appelli del Papa sulla gestione dei flussi migratori e sull'apertura delle frontiere, poi minimizzano o fingono di ignorare le prese di posizione della Santa Sede o dei vescovi sui matrimonio gay o sull'eutanasia. Sulla guerra in corso mi pare stia accadendo la stessa cosa. Del resto la Chiesa è un componente importante della nostra società. Il suo magistero rappresenta un punto di riferimento per tanti cittadini: è giusto quindi che faccia sentire la propria voce su tematiche cruciali e che abbia anche un ruolo di primo piano nel dibattito politico-sociale quando in gioco ci sono scelte così importanti come l'atteggiamento da mantenere di fronte a un conflitto bellico. Basta però intendersi e non strumentalizzare. Perché le parole del Papa non sono Vangelo se coincidono con le nostre opinioni e diventano irrilevanti se ne sono invece lontane. Il Papa è innanzitutto una straordinaria guida morale e spirituale. Non un capo di Stato. Le sue parole sulla guerra, la sua contrarietà all'aumento delle spese militari vanno ascoltate con attenzione e rispetto. Sapendo però che, come diceva Aldo Moro, questo è il tempo che ci è dato vivere e che di fronte a eventi tragici come quelli che stiamo vivendo occorre, per tutti e a maggior ragione per i cattolici impegnati in politica, trovare un spesso difficile punto di equilibrio tra fede e realismo politico, magistero della chiesa e impegni internazionali a difesa della libertà e della democrazia. Rispettando le parole del Papa. Non strumentalizzandole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino