Le parole di papa Francesco contro la guerra vanno rispettate, non strumentalizzate

Domenica 3 Aprile 2022
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Caro Direttore,
trovo molto strano come questo governo usi le parole di Papa Francesco, quando sono o non sono allineate con le proprie. Se combaciano, allora quel che dice il Santo Padre è puro Vangelo e viene fatto sentire sino alla nausea su tutti i telegiornali, dall'alba alla notte: «Ah, lo dice anche Papa Francesco». Quando non combaciano, come nel caso dell'incremento delle spese militari, allora lo si è sentito una volta sola quel discorso, per poi essere nascosto a mo' di polvere sotto il tappeto. Nel contesto in questione non si lesina a dar voce pure all'opposizione (Meloni) e nelle interviste le si lascia concludere il concetto, cosa che accade raramente. Libertà di stampa e di parola sono alla base di una solida democrazia, ma quando si comincia ad usare pesi e misure diversi, qualcosa sta scricchiolando. Meditate gente.

Gerardo


Caro lettore,
da sempre le parole del Santo Padre o le prese di posizione della Chiesa vengono sfruttate a proprio uso e consumo dalla politica: se coincidono con le loro posizioni, partiti e leader le enfatizzano e rilanciano per sostenere e dar maggior forza alle proprie posizioni.

Se vanno invece in direzione contraria, fingono di non vederle o addirittura le considerano un'indebita ingerenza clericale nella vita pubblica. Basti pensare ai temi dell'accoglienza e ai temi della sessualità o del fine vita. Le stesse forze politiche che rilanciano gli appelli del Papa sulla gestione dei flussi migratori e sull'apertura delle frontiere, poi minimizzano o fingono di ignorare le prese di posizione della Santa Sede o dei vescovi sui matrimonio gay o sull'eutanasia. Sulla guerra in corso mi pare stia accadendo la stessa cosa. Del resto la Chiesa è un componente importante della nostra società. Il suo magistero rappresenta un punto di riferimento per tanti cittadini: è giusto quindi che faccia sentire la propria voce su tematiche cruciali e che abbia anche un ruolo di primo piano nel dibattito politico-sociale quando in gioco ci sono scelte così importanti come l'atteggiamento da mantenere di fronte a un conflitto bellico. Basta però intendersi e non strumentalizzare. Perché le parole del Papa non sono Vangelo se coincidono con le nostre opinioni e diventano irrilevanti se ne sono invece lontane. Il Papa è innanzitutto una straordinaria guida morale e spirituale. Non un capo di Stato. Le sue parole sulla guerra, la sua contrarietà all'aumento delle spese militari vanno ascoltate con attenzione e rispetto. Sapendo però che, come diceva Aldo Moro, questo è il tempo che ci è dato vivere e che di fronte a eventi tragici come quelli che stiamo vivendo occorre, per tutti e a maggior ragione per i cattolici impegnati in politica, trovare un spesso difficile punto di equilibrio tra fede e realismo politico, magistero della chiesa e impegni internazionali a difesa della libertà e della democrazia. Rispettando le parole del Papa. Non strumentalizzandole.

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