La morte Berlusconi e il diritto di criticare l'insegnante (militante) che "vuole fare la sua parte"

La morte Berlusconi e il diritto di criticare l'insegnante (militante) che "vuole fare la sua parte"
Stimato Direttore, abbiamo appena letto la lettera della professoressa Renata Mannise pubblicata oggi, giovedì 15 giugno 2023, in "Il Gazzettino", insieme alla...

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Stimato Direttore,
abbiamo appena letto la lettera della professoressa Renata Mannise pubblicata oggi, giovedì 15 giugno 2023, in "Il Gazzettino", insieme alla sua risposta. Quel che ci ha colpito, nell'immediato, è stato quello che, per definizione, deve colpire nell'immediato ogni lettore, anche il più distratto, vale a dire il titolo. In particolare, ci ha colpito la conclusione di quel titolo: «(...) la lezione sbagliata di una insegnante». Così ci siamo subito chieste: ma chi sta dando una lezione a chi? Una professoressa che ha deciso di manifestare pubblicamente il suo dissenso con una lettera a un giornale, o chi, dal suo ruolo in quel giornale, le ha risposto affermando che una lezione «più apprezzabile» sarebbe stata quella di non manifestare il proprio dissenso civilmente, democraticamente e in modo argomentato, così come ha fatto in un'altra pubblica lettera a un giornale un altro professore, Tomaso Montanari?


Valeria Farinati, Anna Maria Cazzin, Flavia Longhin, Teresa Tona, Renata Cibin, Daniela Secco, Sandra Toniolo, Maria Letizia Angelini, Carla Ragno, Loredana Mainardi, Maria Vittoria Perazzo, Sandra Pegoraro, Roberta Doni, Maria Tessaris, Morena Vio, Nicoletta Bellin, Stefania Zara, Laura De Nobili, Luisa Toniolo
Venezia


Care lettrici,


apprezzo il tono della vostra replica, ma per non mancare di rispetto all'intelligenza di nessuno, suggerirei di non giocare con le parole e di stare alla sostanza dei fatti. Come altri lettori Renata Mannise ha avuto la possibilità di esprimere civilmente e democraticamente il suo pensiero su questo giornale. Ma la professoressa Mannise, per sua precisa scelta, non ha scritto al Gazzettino semplicemente come libera cittadina. Ha voluto sottolineare, con forza, sin dalle prime righe della sua lettera il suo "ruolo" di insegnante ed è infatti giunta ad indicare accanto alla sua firma anche il nome del liceo veneziano in cui lavora. La professoressa ha voluto specificare che, proprio in quanto insegnante, interveniva sul tema delle polemiche intorno alla scomparsa di Silvio Berlusconi, perché, ha scritto, voleva "fare la sua parte". Ebbene, le abbiamo dato la possibilità di farlo. Penso quindi, senza aver la presunzione di dare lezioni a nessuno, di avere anch'io la possibilità e il diritto di esprimere un'opinione. Non sul merito di ciò che ha scritto la professoressa. Ma su un altro aspetto, credo non meno importante. Mi chiedo: su vicende divisive e complesse come questa, cosa significa per un insegnante "fare la propria parte" ed esercitare il proprio "ruolo"? Significa, come ha fatto la nostra docente, indossare i panni della militante, salire (metaforicamente) in cattedra e diffondere pubblicamente opinioni a senso unico? O significa invece provare a educare alla tolleranza e al rispetto (stiamo pur sempre parlando di una persona morta) e impegnarsi per fare in modo che, con ogni strumento, i propri studenti possano formarsi, laicamente, proprie opinioni? Per la mia formazione culturale non ho dubbio alcuno sulla risposta da dare a queste domande. Spero che qualche dubbio possa sfiorare anche la professoressa Mannise e chi la pensa come lei. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino