Il Pd vorrebbe far uscire la Lega dal governo Draghi, ma non ci riuscirà. Per alcune buone ragioni

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Caro direttore,
ho letto con interesse l'articolo che annuncia l'approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza, pur con l'astensione dei Fratelli d'Italia e la contrarietà, forse pregiudiziale, di una frangia di parlamentari. Pur non conoscendo cosa preveda questo piano, c'è da sperare che esso vada davvero nella direzione stabilita, non sorgano difficoltà, nessuno ne crei né tragga vantaggi illeciti; ci porti veramente alla ripresa. Non poteva mancare l'accenno a Salvini. Il Gazzettino, al disappunto di questo senatore, riguardo al coprifuoco, accenna solamente. Salvini, rivolto ai banchi del PD, dichiara che, se qualcuno pensa di buttarli fuori - buttare fuori lui ed altri leghisti, forse - certamente si sbaglia. Credo che nessuno abbia niente in contrario. Io, veramente, non avevo letto che i leghisti stessero per essere cacciati né poi a che titolo e con quale facoltà. Non so quindi se Salvini abbia qualche delirio persecutorio o stia in Senato senza sapere cosa sia la politica, in senso costituzionale. Va ammesso che non ci si dovrebbe pero' meravigliare, data la persona stessa. Si è dichiarato un alleato fedele. In ciò, si potrebbe trattare di buoni propositi, di un cambiamento di condotta sano e radicale, per cui davvero troppo tardi non sarebbe mai.


Antonio Sinigaglia


Caro lettore,


è probabile che Matteo Salvini non sia un attento e profondo conoscitore di norme e prassi costituzionali. Ma non gli fa difetto certamente il fiuto politico. Perché non ci sono dubbi sul fatto che qualcuno, in particolare il Pd, coltivi la speranza che la Lega esca dalla ampia maggioranza che regge oggi il governo di Mario Draghi e vada all'opposizione. Il segretario dem lo ha anche detto molto chiaramente. Del resto, come non capirlo? Se la Lega abbandonasse Draghi, il Pd otterrebbe un duplice risultato: riconquistare un peso, che oggi ha in larga parte perduto, negli equilibri di governo per ritrovarsi con una maggioranza molto simile a quella dell'esecutivo precedente (magari persino irrobustita da Fi) ma guidata da un uomo come Mario Draghi e non da Giuseppe Conte. Differenza non di poco conto, com'è chiaro a tutti. Scenario possibile? Penso proprio di no. Perché Draghi è sceso in campo per guidare un governo di unità nazionale e non accetterà di essere il premier di una maggioranza diversa da quella attuale, men che meno a favore di una fortemente sbilanciata a centrosinistra. Inoltre Salvini tirerà ancora la corda, ma non fino a spezzarla: non ha alcun interesse a farlo e l'esperienza della crisi dell'agosto scorso dovrebbe avergli insegnato a muoversi con una maggiore prudenza. Insomma, non so se il leader leghista soffra di manie di persecuzione, ma in questo caso, penso non abbia parlato a caso. E chi doveva capire ha capito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino