La “normalità” del liceo, aspetto inquietante nella morte di Domenico

La “normalità” del liceo, aspetto inquietante nella morte di Domenico
Egregio direttore, a seguito, del tristissimo fatto accaduto durante la gita scolastica a Milano, la stampa ha affermato che...

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Egregio direttore,

a seguito, del tristissimo fatto accaduto durante la gita scolastica a Milano, la stampa ha affermato che il liceo scientifico Nievo è frequentato dai figli della buona di borghesia di Padova per cui certi comportamenti non possono essere addebitati ai figli appartenenti alla borghesia. È un modo per incensare il liceo.

Io contesto che il liceo Nievo sia frequentato dalla borghesia, perchè è stato frequentato dai miei figli prima e dopo dai miei nipoti che borghesi assolutamente non erano, anzi appartenenti all'ultima classe sociale, cioè operaia, con reddito modesto, ma dotati di buona volontà.

Annamaria Schiavolin



Noventa Padovana



Cara lettrice,


non c'era e non c'è nessuna intenzione di incensare o difendere nè la borghesia nè tantomeno il liceo. L'Ippolito Nievo, come accade per la maggior parte degli istituti scientifici delle nostre città, è frequentato prevalentemente da ragazzi figli del ceto medio ma, per fortuna, anche da studenti di altra estrazione sociale. Potremmo definirla una scuola "normale", come tante: figlia dei nostri tempi, ma senza le esasperate problematicità, individuali e collettive, che affliggono altri istituti superiori. Nulla di paragonabile a realtà scolastiche delle periferie urbane di alcune grandi città, dove l'attività didattica deve convivere con marginalità, violenza, disprezzo dei valori e delle leggi. Ma è proprio questa "normalità" uno degli aspetti inquietanti della oscura e drammatica vicenda che è costata la vita a Domenico: com'è possibile, in un contesto del genere, che a una settimana di distanza non si conosca la dinamica di ciò che è davvero successo in quell'hotel milanese? Possibile che nessuno sappia, abbia visto, sentito o intuito qualcosa? Perchè tanti silenzi, tanta omertà e tanta fuga dalle proprie responsabilità? Sono domande che attendono una risposta. Non per tutelare il buon nome di un liceo o di una classe sociale. Ma perchè un ragazzo di 19 anni, tanto simile ad altri suoi coetanei, con tanti interessi e una straordinaria voglia di vivere, è morto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino