L'ignavia dell'Europa di fronte all'orrore

L'ignavia dell'Europa di fronte all'orrore
Egregio direttore, trovo difficoltà a porre questa domanda in termini di coscienza senza cadere nella retorica. Negli ultimi...

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Egregio direttore,

trovo difficoltà a porre questa domanda in termini di coscienza senza cadere nella retorica. Negli ultimi trent'anni abbiamo sentito capi di Stato o di Governo nazionali e internazionali, chiesa, Onu e quant’altro fare e proporre a tutti i livelli istituzionali e scolastici il "Giorno della Memoria" per l’Olocausto, "vergogna del genere umano", "crimine inimmaginabile perpetrato da esseri umani". Parole come "mai più" quanto mai stridenti con quello che sta accadendo in questi giorni. Credevo che gli "oratori" fossero intimamente convinti nei loro discorsi e portare avanti politiche contro simili crimini, non è stato così. Oggi assisto impotente ai comunicati quotidiani della conta dei morti di questi "poveri disperati" che fuggono da guerre e miseria. La vergogna di una classe dirigente nazional-europea incapace di un qualsiasi scatto di reni atto a tramutare le "parole" in fatti concreti per rendere credibile quel "Mai più" anche se in un contesto diverso.

Giuseppe Ave



Torre Di Mosto (Venezia)



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Caro lettore,


nulla può spiegare l'immobilismo e l'ignavia della classe politica europea se non una cinica indifferenza e un' egoistica incapacità di guardare e vedere oltre i propri interessi nazionali o della propria area d'influenza. Anche autorevoli opinionisti statunitensi hanno rilevato come Italia e Grecia siano state lasciate da sole ad affrontare le ondate di profughi e di immigrati che si riversavano sulle loro coste. Ma non bisognava attendere i fatti drammatici degli ultimi giorni per accorgersi della colpevole latitanza europea, troppo passivamente accettata anche dal nostro governo. Il premier tedesco Angela Merkel, dopo l'atroce vicenda dei 71 profughi trovati morti in un camion refrigeratore in Austria, ha invitato l'Europa ad essere solidale. Ma forse la prima solidarietà che l'Europa doveva mettere in campo era verso quei Paesi, primo fra tutti l'Italia, che in questi mesi hanno dovuto accogliere, assistere, salvare decine di migliaia di profughi, mentre molti dei paesi partner preferivano girare la testa dall'altra parte o limitarsi ad appelli retorici e privi di sostanza. Purtroppo, ancora più che sulle riposte alla crisi economica, l'Europa dimostra di non avere una leadership all'altezza del suo ruolo e delle sue ambizioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino