La soluzione della crisi è una questione di buon senso, per fermare Salvini il Pd rischia di finire in un tunnel

La soluzione della crisi è una questione di buon senso, per fermare Salvini il Pd rischia di finire in un tunnel
Caro Direttore, tutte le leggi umane, per loro natura, non sono e non possono essere perfette. Solo il buonsenso può colmare il loro vuoto culturale e pragmatico. Si dice...

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Caro Direttore,
tutte le leggi umane, per loro natura, non sono e non possono essere perfette. Solo il buonsenso può colmare il loro vuoto culturale e pragmatico. Si dice che il Presidente della Repubblica nelle sue scelte deve rispettare la legge costituzionale, senza se e senza ma; si assoggetta così proprio a quelle leggi imperfette sopra citate ed è nel conflitto che un alto responsabile, quale un presidente, deve appellarsi anche al buonsenso. Quando c'è in gioco il bene della Nazione è il momento di superare la legge, imperfetta nella sua genesi, e diventa saggio ed essenziale applicare il buonsenso. Un accordo di governo tra 5 stelle e PD, così come lo è stato tra 5 stelle e Lega, è politicamente assurdo, viste le enormi differenze ideologiche e culturali esistenti tra i due schieramenti. L'Italia conoscerebbe una nuova e più grave ingovernabilità e relative conseguenze. Si eviti di creare un governo senza sentite il Popolo. Buonsenso, presidente Mattarella, buonsenso.

Rinaldo Rinaldi
Padova


Caro lettore,

c'è una domanda di buon senso che aleggia sulle trattative tra Pd e M5s per formare un nuovo governo: per quali ragioni l'alleanza tra democratici e penta stellati non dovrebbe trasformarsi in un percorso a ostacoli tra veti, ripensamenti, iniziative personali, gaffe come è avvenuto per la maggioranza giallo-verde? Cosa è cambiato perché da dilettanti allo sbaraglio e barricadieri inconcludenti come i 5stelle venivano considerati dal Pd, si trasformino in assennati e capaci uomini di governo? Perché i tanti no che hanno disseminato il cammino del governo giallo-verde e ne hanno nei fatti decretato la fine, dovrebbero adesso trasformarsi in sì? Il punto è questo. E non è compito di Mattarella scioglierlo. Il presidente deve verificare che in Parlamento ci siano le condizioni per una nuova maggioranza e se ci sono affidare l'incarico per formare un nuovo governo. La questione è politica e riguarda piuttosto il Pd. Il quale sta giocando una partita ad alto rischio e dalle conseguenze non facilmente prevedibili. L'obiettivo principale è chiaro: mettere fuori gioco Salvini. Non solo cacciarlo dal governo ma arrestarne la crescita togliendogli quel palcoscenico che il ruolo di vice premier e di ministro degli Interni gli garantiva. Si tratta di capire se per ottenere questo risultato (del tutto insperato fino a solo due mesi fa) il Pd non finirà in un tunnel da cui sarà poi difficile uscire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino