Il caso Astrazeneca: troppe ombre e troppe bugie sulle forniture di vaccini. Non possiamo più tollerarlo

Il caso Astrazeneca: troppe ombre e troppe bugie sulle forniture di vaccini. Non possiamo più tollerarlo
Egregio direttore, bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia di 250 mila dosi di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Egregio direttore,

bene ha fatto il governo ad impedire l'invio dall'Italia all'Austrialia di 250 mila dosi di vaccino. Ma come, dico io: a noi mancano le dosi per metter al sicuro i nostri anziani, i nostri insegnanti, i nostri ragazzi e poi mandiamo dall'altra parte del mondo i vaccini che produciamo in Italia? Mi sembra di capire che qualcuno non ce la racconta giusta. E che dietro gli accordi per la fornitura di vaccini all'Europa ci siano molte ombre e cose da chiarire. O mi sbaglio?

Luigi Pillon Padova

Caro lettore, il caso AstraZeneca e gli oltre 250mila vaccini prodotti in Italia che dovevano finire dall'Europa all'Australia, ci dimostrano una cosa: non è affatto vero, come hanno dichiarato in molti, che il mercato dei vaccini sia rigidamente controllato, che non esistono mercati paralleli, che i vaccini prodotti in Europa vengono consegnati esclusivamente ai governi Ue. Non è così. AstraZeneca è uno dei gruppi che ha ridotto del 60 per cento le sue consegne di dosi all'Italia e ad altri paesi europei, giustificandosi con un calo di produttività dei propri impianti. Eppure si apprestava a spedire vaccini, prodotti in Europa, dall'altra parte dell'emisfero. Smentendo ciò che aveva dichiarato l'amministratore delegato del gruppo appena pochi giorni fa in un'intervista: «Noi non dirottiamo in altri paesi i vaccini prodotti in Europa. Sarebbe insensato». Evidentemente non lo è. Anche perchè il caso Australia non è isolato.

Fonti di Bruxelles stimano che almeno un terzo della produzione vaccinale europea possa essere finita fuori dalla Ue. Dove? Non è dato saperlo. Ma a quanto pare quella australiana è solo una piccola partita. E non può essere un caso che, in coincidenza dei tagli di forniture, siano comparsi broker e intermediari che hanno proposto anche alle regioni italiane rilevanti quantità di vaccini. I soliti noti avevano subito gridato allo scandalo. Parlando di prodotti di incerta provenienza. E proclamando che non esistevano mercati diversi da quelli ufficiali e che le case farmaceutiche non davano ad altri i vaccini prodotti per l'Europa. Ora sappiamo con certezza che non è così. Intanto però, tra bugie e zone d'ombra, noi dobbiamo fare i conti con una quantità di vaccini assai inferiore a quella che sarebbe necessaria per immunizzare in pochi mesi tutta la popolazione. L'Europa e l'Italia non possono più tollerarlo.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino