Italia, una democrazia malata da troppi condizionamenti

Italia, una democrazia malata da troppi condizionamenti
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Caro direttore,

vorrei dire a Matteo Renzi che chi si oppone alle riforme costituzionali proposte dal suo Governo non è un parruccone conservatore e nemmeno un uccello del malaugurio. Io sono tra quelli che non vede di buon occhio le riforme in atto perché nascondono in sé un germe autoritario. Ha un bel dire, il ministro Maria Elena Boschi, che “in politica le bugie non servono”.




Nella storia di questo Paese e non solo, le bugie sono state fatte passare per verità e hanno giustificato scelte per puro tornaconto di pochi a discapito di molti. Ecco quello che un cittadino come me vorrebbe dal Governo del suo Paese: 1) la stesura dei testi di legge o di documenti di atti aventi forza di legge deve essere comprensibile ai cittadini e contenere tutta la norma in sé, senza rimandi ad altre norme, decreti, testi unici ecc; 2) tutti gli uffici pubblici usano un unico sistema informatico, nel quale sono compresi tutti i dati dei cittadini della Repubblica, al fine di evitare la richiesta di inutili certificati cartacei, sempre gli stessi; 3) L’evasione, la corruzione e la concussione sono punite, in ordine: con multe elevate, per le quali lo Stato ha diritto di rivalersi anche su parenti di qualunque grado, affini e prestanome; con il carcere senza sconti, minimo per sei anni; in caso di recidiva, con la perdita della cittadinanza italiana. In tal caso, il soggetto colpito da tale provvedimento pagherà per intero i prezzi (e non le tariffe) delle prestazioni dei servizi pubblici. 4) Lo Stato riserva alla scuola pubblica un finanziamento triplo rispetto all’attuale. Gli istituti privati si mantengono con le rette e le donazioni di soggetti privati. Mi fermo qui. Ecco, se il Governo adottasse misure di questo genere (alcune delle quali sono state da me scritte in forma provocatoria) capirei che si sta dando da fare per migliorare veramente la vita dei cittadini. Quelle attuali sono solo chiacchiere.



Paride Antoniazzi

Conegliano (Treviso)





Caro lettore, mi permetta di non essere del tutto d'accordo. Una democrazia per essere tale deve essere efficace ed efficiente. La nostra con tutta evidenza non lo è. E non lo è anche a causa di una sorta di "sindrome del tiranno" che da sempre condiziona tutto il nostro sistema istituzionale e legislativo e trova nel bicameralismo perfetto il suo paradigma: a ogni decisione corrisponde la sua possibile negazione. Ciò che il Parlamento decide il Senato può smontare e viceversa. Un sistema perverso che ha contribuito a condannare l'Italia all'immobilismo e a premiare i conservatorismi di destra e di sinistra. Una democrazia moderna, al contrario, si deve fondare non sulla paura e sul potere di interdizione delle minoranze, ma sulla responsabilità: chi ha ottenuto il consenso popolare deve poter governare e poi essere giudicato dagli elettori sulle scelte che ha fatto. All'opposizione compete il dovere di controllare, non di sabotare. Ed è sempre bene ricordare che le svolte autoritarie non nascono dall'assenza di tagliole disseminate sulla strada di chi deve governare, ma dall'incapacità delle democrazie di dare risposte alle domande della società e dei cittadini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino