Differenze fra dipendenti pubblici e privati? Sono controproducenti

Differenze fra dipendenti pubblici e privati? Sono controproducenti
Caro direttore, il ministro del Lavoro: “Tutta la discussione sulla legge delega é stata fatta sul lavoro privato e quindi non é applicabile al pubblico impiego”. Il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Caro direttore,

il ministro del Lavoro: “Tutta la discussione sulla legge delega é stata fatta sul lavoro privato e quindi non é applicabile al pubblico impiego”. Il sottosegretario all’Economia: “È sconcertante l’affannarsi nel negare l’applicabilità della legge sul lavoro al pubblico impiego”. Sono bastate poche giornate di festa, una distrazione familiare del premier Renzi, che subito si rompe la sintonia nel gruppo di governo? Non si riesce a chiudere una porta, in Italia, che si aprono due finestre da cui tira vento forte.




Sarebbe opportuno e quasi “giusto” che uno statuto dei lavoratori valesse per tutti: privati, pubblici, ministeriali, ecc. Uguali regole d’ingaggio, pari opportunità, pari doveri e diritti, pari stipendi. Se così non è, come in Italia, la politica e le parti sociali dovrebbero farsi interpreti e fautori di una simile giustizia sociale. Altro che ricorrere a giustificazioni di sapore agevolativo che continuano a lasciare l’Italia che ci ritroviamo.



Natalino Daniele

Rubano (Padova)





Caro lettore, mi sarebbe strano che su una così assai discutibile decisione non emergessero dentro il governo sensibilità e posizione diverse. Matteo Renzi si è personalmente assunto la responsabilità di aver scelto di escludere i lavoratori pubblici dalla nuova riforma del lavoro e dell'articolo 18. Ne prendiamo atto. Ma nonostante l'autorevole presa di posizione, continuiamo a non capire perché debbano esistere due Italie e due mondi del lavoro, con regole diverse e anche diversi diritti.



I dipendenti pubblici, tra le altre cose, godono del privilegio, particolarmente prezioso in un periodo come l'attuale, del posto di lavoro a vita. Perché mai non devono essere, anche in questo, caso "più uguali" dei lavoratori del settore privato? Non ci convince chi, genericamente e in modo qualunquista, dipinge in modo negativo o macchiettistico tutti i dipendenti pubblici, come se nello Stato e negli enti locali non esistessero competenze, professionalità ed eccellenze. Ce ne sono e in alcuni i casi, basti pensare agli insegnanti o alle forze dell'ordine, sono anche pagati in modo inadeguato. Tuttavia perpetuare una divisione tra lavoratori di serie A e di serie B è sbagliato e controproducente. Per tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino