Immigrazione senza regole: un rischio per tutti

Immigrazione senza regole: un rischio per tutti
Caro Direttore, Il problema dell'invasione degli emigranti crea molta preoccupazione. Finora ho letto decine di proposte per fermarli: tutte non praticabili per varie ragioni....

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Caro Direttore,
Il problema dell'invasione degli emigranti crea molta preoccupazione. Finora ho letto decine di proposte per fermarli: tutte non praticabili per varie ragioni. Quella che è più ragionevole propone di creare lavoro nei paesi di partenza degli emigranti. Purtroppo anche questa è impraticabile. Primo, perchè l'operazione sarebbe troppo costosa, e lo Stato italiano ha un debito pubblico gigantesco; secondo, molti emigranti scappano da paesi in guerra; terzo molti vivono in dittature oppressive che difficilmente accetterebbero ingerenze senza pretendere di comandare su ogni decisione. Ovviamente ricavandone vantaggi personali.


Franco Vicentini


Caro lettore, nessuno ha la bacchetta magica per risolvere una questione così complessa come l'immigrazione. Soprattutto nelle dimensioni in cui si sta manifestando. Tuttavia bisogna sfuggire alla tentazione di assumere un atteggiamento fatalista e inerme nei confronti dei fenomeni migratori. Per quanto difficile possa apparire anche questa è una materia che va gestita e regolata. Anzi, tra le grandi questioni aperte, l'immigrazione è forse quella che impone maggiori assunzioni di responsabilità e scelte chiare. Anche perché, in caso contrario, in futuro dovremo fare i conti con un'altra emergenza di cui già oggi percepiamo i primi, preoccupanti segnali: quella dell'integrazione di milioni di persone nelle nostre comunità. Nessuno può pensare di bloccare i flussi migratori. Ma questi flussi vanno regolati, indirizzati e organizzati. L'ingresso di migliaia di uomini e donne non può avvenire senza una strategia e un'idea di società. Ed è compito della politica farlo. Quasi certamente occorrerà agire su più fronti: nei paesi d'origine dei migranti e in quelli di approdo, correndo anche il rischio di sperimentare e di sbagliare. Ma la cosa peggiore che possiamo è quella di essere soggetti passivi, aprire le porte senza preoccuparci di chi entra, di quale ruolo potrà avere nella nostra società, della nostra capacità di garantire loro lavoro e condizioni di vita accettabili. Purtroppo però questo è proprio ciò che sta accadendo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino