Il passaggio generazionale in Italia è uno scontro

Il passaggio generazionale in Italia è uno scontro
Caro direttore, ascolto Berlusconi che in televisione a chi lo invita a fare il padre saggio risponde garbatamente alla giornalista: «Non ci penso nemmeno. Resto in campo,...

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Caro direttore,
ascolto Berlusconi che in televisione a chi lo invita a fare il padre saggio risponde garbatamente alla giornalista: «Non ci penso nemmeno. Resto in campo, sono ancora un giovanotto. O no?». È su quel «o no?» che vorrei soffermarmi: implica una consapevole insita debolezza e fallacia nella affermazione che cerca però un conforto, una accondiscendenza quasi filiale da parte della giovane giornalista che intervista. Forse é colpa della mia generazione degli anni 60 che a 50 e passa anni non riesce ad imporsi ed è ancora succube dei padri, padri che egoisticamente non vogliono mollare neanche a 80 anni, non vogliono lasciare il posto ai figli che sono cresciuti. E Berlusconi è solo un esempio, lui è solo uno dei molti leader che in tante situazioni politiche, economiche, associative, culturali, pur passata una certa età, pretendono di continuare a guidare e comandare. Ma la guida è debole ed incerta sempre più, è un fatto naturale, ineluttabile che non viene accettato in molti ruoli e situazioni di comando. Ma la risposta sta in quel «o no!?» che la dice tutta!

Francesco Cera
Padova


Caro lettore,
penso che le persone vadano valutate, prima che per l'età, per le loro qualità e per ciò che possono e sanno esprimere nel ruolo che occupano.
Questo principio nel nostro Paese è degenerato in un fenomeno che, per le sue dimensioni, ha pochi pari in Europa: la gerontocrazia. Cioè l'indisponibilità di chi occupa a lungo posizioni di potere a farsi da parte o almeno di lato. Basta guardarsi intorno, anche nel Nordest, per vedere come questo comportamento sia diffuso a tanti livelli. Forse però, nel momento in cui denunciamo questa realtà, dovremmo anche chiederci se qualche responsabilità, in termini di capacità di accettare le sfide e anche di fare squadra, non ce l'hanno le generazioni precedenti.

Perché se è vero che in molti, nonostante il carico degli anni, non accettano di farsi da parte, e altrettanto vero che spesso chi dovrebbe prendere il loro posto non ha il coraggio di mettersi in gioco fino in fondo, di accettare il confronto e la sfida. Il passaggio generazionale e spesso anche uno scontro generazionale. Con tutto ciò che questo comporta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino