Il partito fascista non rinasce tra i lettini di Punta Canna

Il partito fascista non rinasce tra i lettini di Punta Canna
Caro direttore, dobbiamo essere sgomenti, come dice la ministra Fedeli, per i fatti di Chioggia dove Carlo Scarpa, gestore di un pezzo di spiaggia, avrebbe organizzato il proprio...

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Caro direttore,
dobbiamo essere sgomenti, come dice la ministra Fedeli, per i fatti di Chioggia dove Carlo Scarpa, gestore di un pezzo di spiaggia, avrebbe organizzato il proprio lavoro con slogan fascisti? Oppure la dobbiamo prendere con tranquillo umorismo quale fu per il sedicente e serenissimo carro-armato in Piazza San Marco di alcuni anni fa? E che dire della impegnativa discussione in Parlamento sulla legge riguardante l'apologia al fascismo, dove anche le immagini saranno ritenute veicolo di propaganda? A distanza di più di settant'anni dalla caduta del fascismo non ci siamo ancora liberati dall'incubo del periodo mussoliniano. Fascista può diventare facilmente anche colui che è contro lo status quo. Non è il caso evidentemente del chioggioto Scarpa a cui sarebbe bastata, assieme ad altri, una ordinaria conversazione culturale sulla spiaggia di Punta Canna. Sarebbe stata utile soprattutto per conoscere un po' la storia (il migliore antidoto) e sapere che il fascismo non è stato tutto male o solo una pausa nel nostro recente passato.

Luigi Floriani
Conegliano


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Caro lettore,
né umorismo né esasperazioni ideologiche. Il gestore di Punta Canna doveva trovare altri modi, più consoni alla cultura democratica del nostro Paese, per promuovere il suo stabilimento balneare.
L'idea che si debba ricorrere all'immagine di Mussolini e alle retrive parole d'ordine del fascismo per trasmettere un'idea di ordine e pulizia su una spiaggia è non solo di dubbio gusto, ma anche storicamente assai discutibile. Ma che una vicenda più in bilico tra il folclore e la nostalgia che altro, dia la stura a dibattiti che arrivano a far intravedere pericoli per la nostra democrazia, mi sembra francamente eccessivo.

E a chi ha parlato di apologia di fascismo forse andrebbe suggerito di leggere ciò che su questo punto hanno scritto, già qualche decennio fa, i giudici della Corte Costituzionale: l'apologia non è la semplice rievocazione elogiativa del ventennio, ma un'esaltazione tale da poter condurre al pericolo di una riorganizzazione del disciolto partito fascista. Ora, che dalle sabbie e dai lettini di Punta Canna, a Chioggia, possa risorgere il Pnf sembra davvero poco credibile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino