Egregio direttore, tutti si sono levati tanto di cappello al cospetto della monumentale performance al Giro d’Italia di Chris Froome. Il Keniano Bianco – come viene...
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tutti si sono levati tanto di cappello al cospetto della monumentale performance al Giro d’Italia di Chris Froome. Il Keniano Bianco – come viene simpaticamente etichettato – tra le montagne s’è ricoperto d’immenso, le arie del Piemonte (vedasi Bardonecchia) gli hanno riempito i polmoni, arricchendo i muscoli, donandogli un animus pugnandi incontenibile. Non ha mai perso la sinderosi, sicuro di covare il risultato prestigioso, come la brava chioccia le due uova. Un missile scatenato che ha asfaltato la concorrenza, con il corredo di un dinamismo e di una intelligenza unici. Un capolavoro didascalico. Ma sarà tutto oro quel che luccica? E qui tocchiamo un punto debole. Prima della corsa rosa, Froome era finito con le mani nella marmellata per uso di sostanze dopanti. L’Uci, momentaneamente ha soprasseduto in attesa di accertamenti più sottili. L’augurio è che Froome, al Giro ci abbia regalato un’imago pulita, immacolata, scevra da connivenze disgustose e abominevoli.
Giuseppe Da Sacco
Belluno
Caro lettore,
credo che anche per un non appassionato di ciclismo sia stato impossibile non esaltarsi di fronte al capolavoro tattico e fisico di Chris Froome sul Colle de la Fenètre.
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Il Gazzettino