Don Enrico Torta, il Patriarca e i preti "battitori liberi"

Don Enrico Torta, il Patriarca e i preti "battitori liberi"
Spettabile direttore , con stupore ed irritazione abbiamo letto un articolo a firma di Daniela Ghio in cui la giornalista si faceva interprete del pensiero del nostro Patriarca...

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Spettabile direttore ,
con stupore ed irritazione abbiamo letto un articolo a firma di Daniela Ghio in cui la giornalista si faceva interprete del pensiero del nostro Patriarca Francesco, che in un passaggio dell'omelia pronunciata in occasione della festa dell'Immacolata concezione, metteva in guardia dai preti definiti battitori liberi. La nostra irritazione nasce quando leggiamo che la giornalista indica don Enrico Torta fra i presbiteri incriminati.


Come preti che fanno parte della zona pastorale nella quale anche don Enrico svolge il suo ministero, vogliamo dare testimonianza che il parroco di Dese è uno di noi. Appartiene al nostro presbiterio, non è assolutamente un battitore libero, e noi condividiamo il suo impegno a sostegno della povera gente defraudata dalle banche; siamo con lui anche quando si schiera a sostegno delle lavoratrici e lavoratori dei centri commerciali, sfruttati a lavorare nei giorni festivi immolando tempo e affetti sull'altare del dio mercato. Se questo, secondo la giornalista, è essere battitori liberi, allora liberi tutti. Liberi dai potentati economici e felici di appartenere a quella chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, che papa Francesco dice di preferire. Il nostro stupore infine, nasce dalla lettura di articoli di questo tipo, che non ci saremmo aspettati di trovare su Il Gazzettino, ma su riviste di gossip e pettegolezzi.

Perdoni la franchezza, non c'è intento polemico, ma solo senso di responsabilità nei confronti di un nostro fratello nel ministero e desiderio di testimoniare nei confronti dei battezzati delle nostre comunità, l'amicizia e la stima che lega noi preti nell'annunciare insieme la gioia del Vangelo.
don Massimo Cadamuro 
Vicario foraneo e i presbiteri del Vicariato Favaro- Altino (Ve)


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Caro don Massimo,
sono io a stupirmi del vostro stupore. La nostra giornalista non ha incriminato nè accusato nessuno. Di fronte a un'affermazione forte, inusuale e autorevole ha cercato di fare il suo lavoro di giornalista e di capire a chi si riferisse il Patriarca quando metteva in guardia dai sacerdoti battitori liberi. Poichè è evidente, a voi prima che a noi, che quelle parole non sono state pronunciate a caso. Daniela Ghio ha raccolto alcuni pareri, si è fatta un'opinione e l'ha scritta. Non ha fatto gossip. Ha cercato di spiegare ai lettori a chi si potesse riferire il Patriarca.

Ha sbagliato a indicare don Torta? Chi fa il giornalista deve vivere di dubbi, ma prendiamo atto delle vostre certezze e della fraterna vicinanza che esprimete a don Torta e al suo generoso impegno pastorale. Vorrei solo aggiungere che battitore libero non è, per quanto ci riguarda, nè un'offesa nè un'ingiuria. Anzi.
Tutto ciò detto, resta aperto il quesito: a quali sacerdoti si riferiva il Patriarca e perchè ha pronunciato quella frase? O interrogarsi sulle parole di un Patriarca è scivolare nel pettegolezzo? 


Auguro a lei e a tutti i presbiteri del Vicariato Favaro-Altino, un buon e sereno Natale.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino