Legittimo criticare il governatore di Bankitalia, ma rispettando le regole ed evitando spot elettorali

Legittimo criticare il governatore di Bankitalia, ma rispettando le regole ed evitando spot elettorali
Egregio direttore, bene ha fatto il Pd (e non solo nella persona del suo segretario Renzi) a promuovere la mozione alla Camera di stop a Visco come governatore di Bankitalia:...

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Egregio direttore,
bene ha fatto il Pd (e non solo nella persona del suo segretario Renzi) a promuovere la mozione alla Camera di stop a Visco come governatore di Bankitalia: serve una figura più idonea. Direi proprio che la gestione passata della crisi delle banche (da quelle fiorentine a quelle venete) deve essere valutata (Gazzettino 18/10 pg. 4). Siamo stati tutti basiti dal fatto che sia del tutto mancata una doverosa e lodevole azione di controllo. E non basta la giustificazione planetaria che i malandrini (le banche) hanno nascosto o manipolate le carte. Bankitalia, supremo organo di coordinamento e controllo, si è purtroppo lasciata gabbare. Noi popolo, impegnato a sbarcare il lunario alla meno peggio, non possiamo ritrovarci defraudati da politiche velleitarie e clientelari lasciate alla mercé di presidenti di istituti bancari (all'apparenza impeccabili) ma senza scrupoli. E Bankitalia doveva smascherare l'operato di questi dirigenti. È difficile controllare. Ma solo questo doveva fare Bankitalia e non l'ha fatto e l'ha fatto male. Quindi dei ripensamenti sul governatore Visco sono legittimi e doverosi. Le prerogative del Capo dello Stato e del Capo dell'Esecutivo nessuno le vuole violare ma quel che è giusto e giusto!

Natalino Daniele
Rubano (Pd)
Caro lettore,

siamo d'accordo: i ripensamenti sul governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco sono legittimi. La storia del fallimento delle banche venete è lì a ricordarci quanto siano giustificati i dubbi e gli interrogativi sull'operato della vigilanza dell'istituto centrale, sull'efficacia e l'efficienza della sua azione. Ma i ripensamenti li deve, eventualmente, fare chi è chiamato dalla legge a farli. La normativa prevede che il governatore della banca centrale sia nominato per decreto dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio. Il Pd è il partito di maggioranza ed esprime il capo del governo. Ha dunque tutti gli strumenti per influenzare o indicare, se lo ritiene opportuno, un cambio di passo o anche di uomini al vertice della Banca d'Italia. Ma proprio per questo suo ruolo, e per aver guidato il Paese negli ultimi anni, ha il dovere di farlo nel rispetto delle regole e degli equilibri istituzionali. In caso contrario si espone al sospetto di manovre elettorali. Tanto più che le entrate a gamba tesa ottengono spesso un risultato esattamente contrario a quello auspicato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino