Legittimo criticare il governatore di Bankitalia, ma rispettando le regole ed evitando spot elettorali

Giovedì 19 Ottobre 2017
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Egregio direttore,
bene ha fatto il Pd (e non solo nella persona del suo segretario Renzi) a promuovere la mozione alla Camera di stop a Visco come governatore di Bankitalia: serve una figura più idonea. Direi proprio che la gestione passata della crisi delle banche (da quelle fiorentine a quelle venete) deve essere valutata (Gazzettino 18/10 pg. 4). Siamo stati tutti basiti dal fatto che sia del tutto mancata una doverosa e lodevole azione di controllo. E non basta la giustificazione planetaria che i malandrini (le banche) hanno nascosto o manipolate le carte. Bankitalia, supremo organo di coordinamento e controllo, si è purtroppo lasciata gabbare. Noi popolo, impegnato a sbarcare il lunario alla meno peggio, non possiamo ritrovarci defraudati da politiche velleitarie e clientelari lasciate alla mercé di presidenti di istituti bancari (all'apparenza impeccabili) ma senza scrupoli. E Bankitalia doveva smascherare l'operato di questi dirigenti. È difficile controllare. Ma solo questo doveva fare Bankitalia e non l'ha fatto e l'ha fatto male. Quindi dei ripensamenti sul governatore Visco sono legittimi e doverosi. Le prerogative del Capo dello Stato e del Capo dell'Esecutivo nessuno le vuole violare ma quel che è giusto e giusto!
Natalino Daniele
Rubano (Pd)
Caro lettore,
siamo d'accordo: i ripensamenti sul governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco sono legittimi. La storia del fallimento delle banche venete è lì a ricordarci quanto siano giustificati i dubbi e gli interrogativi sull'operato della vigilanza dell'istituto centrale, sull'efficacia e l'efficienza della sua azione. Ma i ripensamenti li deve, eventualmente, fare chi è chiamato dalla legge a farli. La normativa prevede che il governatore della banca centrale sia nominato per decreto dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio. Il Pd è il partito di maggioranza ed esprime il capo del governo. Ha dunque tutti gli strumenti per influenzare o indicare, se lo ritiene opportuno, un cambio di passo o anche di uomini al vertice della Banca d'Italia. Ma proprio per questo suo ruolo, e per aver guidato il Paese negli ultimi anni, ha il dovere di farlo nel rispetto delle regole e degli equilibri istituzionali. In caso contrario si espone al sospetto di manovre elettorali. Tanto più che le entrate a gamba tesa ottengono spesso un risultato esattamente contrario a quello auspicato.
Ultimo aggiornamento: 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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