I dialetti e le lingue locali sono strumenti di comunicazione prima che di studio

Foto di Juraj Varga da Pixabay
Caro direttore, considerato che di questi tempi non ci sono problemi che incidono nella nostra vita, qualche mente fervida ha prospettato la possibilità di insegnare il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Caro direttore,
considerato che di questi tempi non ci sono problemi che incidono nella nostra vita, qualche mente fervida ha prospettato la possibilità di insegnare il dialetto nelle scuole. Certo è un peccato perdere la ricchezza portata dall'uso del dialetto con i suoi significati storico/culturali. Bisogna non dimenticare però che più che di dialetto sarebbe più giusto parlare di dialetti, che sono diversi da città a città, da paese a paese. Sta anche in questo la ricchezza dell'idioma. Penso che sarebbe più interessante e pratico se i dialetti venissero trasmessi ai giovani dagli anziani che potrebbero arricchire la traduzione delle parole con riferimenti che troviamo nella vita attuale, di tutti i giorni anche se derivanti dal passato. Essendo anziano e un po' memoria storia, io cerco di farlo.


Giancarlo Locatelli


Caro lettore,


una proposta come l'insegnamento nelle scuole del Veneto (ma potremmo dire la stessa cosa per la stupefacente idea del bonus per chi si sposa in Chiesa) va valutata da diversi punti di vista. Il primo è la sua attualità: potrei sbagliarmi, ma mi permetto di dubitare che in questo momento tra le priorità del Paese e del Nordest ci siano l'insegnamento delle lingue locali e credo che il Parlamento abbia ben altro su cui decidere, legiferare e dividersi. Senza parlare degli aspetti economici, ossia di quanto costa introdurre queste nuove norme. La seconda è di tipo etico ed ideologico: all'origine di proposte di questo tipo c'è, forse inconsapevolmente, una visione culturalmente autoritaria della società e del ruolo della politica. Sì cerca di imporre ai cittadini un modo di essere e di pensare. Al contrario, in campi come questi, andrebbe garantita la più ampia libertà di scelta individuale, senza vincoli o incentivi di indirizzo. Infine c'è la questione del merito e in particolare dell'efficacia delle proposte rispetto agli obiettivi dichiarati. Ora, nessuno (non noi comunque) mette in discussione l'importanza e il valore storico-culturale delle lingue locali. E neppure la loro attualità. Si tratta di un patrimonio che non va solo difeso e tutelato ma anche mantenuto vivo. Non può e non deve diventare materia da museo. Si tratta però di capire se trasformarlo in materia di insegnamento nelle scuole ottenga questo risultato o invece le trasformi in qualcosa di accademico, cioè di lontano dalla funzione primaria di una lingua locale, che è quello di essere calata nel vivere quotidiano e di continuare ad essere uno strumento di comunicazione prima che di studio.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino