I giovani sono un po' incoscienti, ma la vicenda del manager vicentino dimostra che l'irresponsabilità non ha età

I giovani sono un po' incoscienti, ma la vicenda del manager vicentino dimostra che l'irresponsabilità non ha età
Caro direttore, assembramenti in spiaggia e discoteche aperte con danze solo all'aperto a distanza di due metri. Impossibile fermare i giovani ed interessi economici. I non...

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Caro direttore,
assembramenti in spiaggia e discoteche aperte con danze solo all'aperto a distanza di due metri. Impossibile fermare i giovani ed interessi economici. I non più giovani se ne stanno a casa osservanti le sanitarie e costoro se ne vanno a divertire in ambienti plateatici alla faccia di coloro che in questi ultimi 4 mesi si sono sacrificati lottando il virus. E dove sta la potestà genitoriale seppur di giovani maggiorenni? Il Veneto, come sappiamo è passato da basso ad alto rischio e una recrudescenza di comportamenti umani disinvolti pensando che resti solo un ricordo, è pura fantascienza. Spero che misure restrittive siano in programma in merito e che i luoghi di aggregazione in divertimenti musicali per questo terribile anno possano essere totalmente banditi in virtù di responsabilità civili e penali.


Gian Carlo Lorenzon



Caro lettore,
che i ragazzi e i giovani, soprattutto dopo alcuni mesi di confinamento, abbiamo voglia di divertirsi, di stare insieme e che, in questa loro gioia di ritrovarsi, siano pervasi da una certa dose incoscienza e di irresponsabilità, è abbastanza normale. È sempre stato così, anche se forse, noi che giovani e ragazzi non lo siamo più da qualche tempo, tendiamo a dimenticarcelo.

Non dico questo per giustificare comportamenti che sono ingiustificabili e inaccettabili. Ma perché è un dato di fatto, con cui bisogna misurarsi e fare i conti. Questi significa che se alcuni, disinvolti comportamenti non cesseranno di manifestarsi, se si continuerà a far finta che non esiste più un pericolo, sarà inevitabile introdurre ulteriori o nuove misure restrittive. Comprese quelle che lei suggerisce. Non per volontà punitiva nei confronti di qualcuno, ma perché in gioco c'è la salute di tutti, giovani e meno giovani.


Il virus, lo abbiamo constatato in questi giorni, non è morto né scomparso. La sua aggressività si è certamente attenuata, ma resta un nemico temibile, pronto a ripresentarsi e a colpire, non va sottovalutato. Dopodiché, anche alla luce delle cronache di questi giorni, sarei cauto nel puntare il dito contro i giovani, additandoli come nuovi untori del virus. Il manager dell'azienda vicentina che pur contagiato, si è rifiutato di farsi ricoverare e ha continuato come se nulla fosse, a fare vita sociale, partecipando a feste e funerali, non era un ragazzino né un adolescente. Eppure, da uomo maturo, con il suo comportamento scriteriato e criminale, ha messo a rischio la vita di altre persone. Purtroppo dobbiamo rassegnarci: l'incoscienza e l'irresponsabilità non hanno età. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino