La debolezza di Conte, aspirante leader che non ha mai affrontato il responso delle urne

La debolezza di Conte, aspirante leader che non ha mai affrontato il responso delle urne
Caro Direttore, alla fine l'ex premier Conte si è tirato indietro dall'offerta di candidarsi nel collegio più importante della Capitale liberato da...

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Caro Direttore,
alla fine l'ex premier Conte si è tirato indietro dall'offerta di candidarsi nel collegio più importante della Capitale liberato da Gualtieri. Un dietro front, l'ennesimo bluff, conseguente alla discesa in campo di Calenda contro il quale avrebbe fatto una figuraccia. È stata solo paura di perdere, altro che strategia politica.


Gabriele Salini

Caro lettore,
l'ex premier Conte ha spiegato che il suo passo indietro è in realtà stato dettato dalla volontà di entrare in Parlamento dalla porta principale, ossia in occasione delle future elezioni politiche. È una motivazione un po' debole perché, in tale caso, Conte avrebbe dovuto da subito chiamarsi fuori e dichiarare la propria indisponibilità a candidarsi per sostituire Gualtieri. Invece per farlo ha atteso che Calenda minacciasse la sua candidatura. Una singolare coincidenza. Comunque sia prendiamo per buona la versione di Conte. Che lascia però aperto un problema politico non banale. Conte è diventato premier del governo Lega-M5S del tutto a sorpresa e per ragioni che rimangono ancora un po' inspiegabili. In ogni caso senza passare attraverso un voto popolare. È diventato premier una seconda volta con una diversa maggioranza anche in questo caso senza passare attraverso il giudizio degli elettori. Uscito da Palazzo Chigi è diventato capo del Movimento 5 stelle, ancora una volta senza che nel frattempo ci sia stato un responso delle urne che misurasse il suo consenso reale. Le elezioni suppletive di Roma potevano sanare questo vuoto. L'ex premier ha deciso però di spostare ancora più in là il suo primo confronto elettorale. Ma il consenso non è una variabile indipendente della politica. È uno dei suoi cardini. Per questo, quale sia stata la vera ragione del passo indietro di Conte, è difficile non leggerlo come un segnale di debolezza. Di un aspirante leader. Per ora soprattutto aspirante.

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Il Gazzettino