Dopo la Brexit non mi sono perso le manifestazioni verbaiole dei "veri democratici": per esempio il 24 giugno sul Gazzettino l’articolo di Alessandro Orsini. Una...
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Manlio Padovan
Papozze (Rovigo)
Caro lettore, non c'è nulla di male nel votare a difesa dei propri interessi. Il voto in democrazia serve anche a questo: a dare (o a cercare di dare) rappresentanza politica a interessi individuali e collettivi. Il responso del popolo britannico merita dunque non solo il più totale rispetto ma anche la massima considerazione. Proprio per questo i se e i ma, a questo punto, vanno banditi: la Gran Bretagna ha scelto di chiamarsi fuori dall'Europa e bisogna prenderne atto. Subito e senza incertezze. Da una parte e dall'altra. Da parte della Ue e da parte del governo inglese. I mercati finanziari e la sterlina crollano? L'export britannico rischia di essere penalizzato? Andava messo nel conto. Del resto i grandi cambiamenti non sono mai indolori. Oggi molti applaudono alla Brexit, altri si disperano. Ma il vero quesito è quale sarà il prezzo vero di questa decisione e chi lo pagherà. E queste sono domande a cui né i filosofi della Brexit né i loro avversari sanno dare oggi una risposta. Dunque per capire chi ha votato davvero in difesa dei propri interessi temo occorrerà attendere un po di tempo. E penso che, anche da questo punto di vista, non mancheranno le sorprese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino