L'assurdità di vietare allo stadio una bandiera che sventola su tutti i palazzi pubblici del Veneto

L'assurdità di vietare allo stadio una bandiera che sventola su tutti i palazzi pubblici del Veneto
Caro Direttore da secoli si discute intorno al problema del formalismo giuridico, se cioè sia più importante la forma rispetto alla sostanza del diritto. Senza...

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Caro Direttore
da secoli si discute intorno al problema del formalismo giuridico, se cioè sia più importante la forma rispetto alla sostanza del diritto. Senza estremizzare, ritengo che la decisione di vietare ad un ragazzo di portare dentro lo stadio Euganeo di Padova una bandiera con l'effigie del Leone di San Marco, sia ascrivibile alla categoria dell'eccesso di interpretazione formalistica della norma. Ma vorrei anche far notare che situazioni alla catalana spesso hanno origine proprio da simili atteggiamenti del potere. Se il vessillo di una Repubblica millenaria come la Serenissima viene visto come un elemento di perturbazione dentro uno stadio, lo Stato italiano ha già perso.


Umberto Baldo
Abano Terme


Caro lettore,

a me pare che innanzitutto ci si dovrebbe interrogare dove stia di casa il buon senso. Perché è di questo che stiamo parlando. Non posso neppure pensare che si tratti di altro. Sarebbe persino peggio. Naturalmente so bene che in Italia esiste, da oltre un decennio, una norma che consente di portare dentro uno stadio striscioni e bandiere, ma solo con i colori delle squadre in campo. Per altri tipi di stendardi e vessilli occorre una preventiva autorizzazione della questura. E' anche abbastanza chiara (e condivisibile) la ragion d'essere di una norma di questo tipo: evitare che, in particolare in sulle curve particolarmente politicizzate, apparissero bandiere con svastiche o altri simboli deteriori. Ma, a maggior ragione, perché prendersela con l'effigie del Leone di San Marco, il simbolo del Veneto e della repubblica Serenissima? Perché proibire che all'Euganeo di Padova potesse sventolare una inoffensiva bandiera che peraltro fa mostra di sé su tutti gli edifici pubblici della regione? Diciamolo francamente: non c'era nessuna ragione per farlo. E nessuno, ne siamo certi, avrebbe avuto da di ridire vedendo il Leone sventolare tra le altre bandiere. Anche perché negli stadi del Veneto accade spesso, senza per questo generare scandalo e senza provocare l'intervento in qualche solerte funzionario. Trovare un punto di equilibrio tra la legge e il buon senso non è difficile. Basta un po' di impegno e un pizzico di intelligenza. Ecco, appunto.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino