Dopo le feroci polemiche per il ritorno dei talebani anche l'Afghanistan è passato di moda

Dopo le feroci polemiche per il ritorno dei talebani anche l'Afghanistan è passato di moda
Egregio direttore, lo dico forse per consolarmi dei costi dell'Afghanistan pagati da noi contribuenti. Ma la Storia ci insegna che le restaurazioni sono sempre un po'...

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Egregio direttore,
lo dico forse per consolarmi dei costi dell'Afghanistan pagati da noi contribuenti. Ma la Storia ci insegna che le restaurazioni sono sempre un po' monche. Son tornati i talebani ma anni di presenza occidentale devono aver lasciato cio che non é facile cancellare. Un afghano con famiglia puo pensarci, guardando sua figlia. Non tutti, ma una quercia nasce da un seme e qualcosa dell'occidente, dev'essere rimasta. Ricordano Alessandro....!.!.!.. C'è modo di far ricordare che ci sono altri popoli dietro quei monti ! Magari una radio o altri mezzi per conservare il ricordo, le notizie degli esuli, qualcosa attraverso il Pakistan....I popoli vogliono ricordare e lo abbiamo visto anche dietro la cortina di ferro. Forse dopo tanto impegno é rimasto qualcosa e magari proprio noi non dobbiamo dimenticarli.


Stefano Pelloni


Caro lettore,


forse anche questa è una conseguenza della pandemia: un virus malefico che ha reso più incerto il vivere quotidiano, ha fagocitato gran parte delle energie e ristretto i nostri orizzonti. Ma un fatto è certo: a pochi mesi dal ritorno al potere dei talebani e dalla feroci polemiche che lo hanno accompagnato, l'Afghanistan è passato di moda, non agita più le coscienze e gli umori di politici e intellettuali. Esaurite le polemiche sugli errori degli occidentali, usciti malamente dal Paese dopo 20 anni, intorno a quella grande nazione è sceso il silenzio. Il processo di restaurazione imposto dai talebani prosegue nel sostanziale isolamento del Paese. I diritti conquistati faticosamente dalle donne afghane sono stati via via smantellati; le bambine possono andare a scuola solo fino all'equivalente delle nostre scuole medie, poi l'istruzione è un privilegio per i maschi; ogni tipo di musica, con la sola eccezione delle nenie dei muezzin, è proibita e gli afghani stanno ingrossando le file dei profughi che lungo la rotta balcanica cercano di entrare in Europa. E' evidente che tutto questo è la conseguenza del fallimento delle missioni occidentali e dell'improvviso ritiro delle forze americane da paese. Ma abbandonare a se stesso l'Afghanistan, spingerlo al collasso economico è un grave errore. Lo è per i delicati equilibri di quell'area del mondo. E lo è per il popolo afghano. Che ha il diritto ad essere un paese a sovranità non limitata. Ma anche a un futuro degno di questo nome. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino