«Che avete fatto a scuola?». Tanta ansia per un «niente»

«Che avete fatto a scuola?». Tanta ansia per un «niente»
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Gira in chat e sui social una battuta su cui c’è poco da ridere. Anche quest’anno sono ufficialmente iniziati nove mesi di suspence e indagini: «Come è andata a scuola?». Bene. «Cosa avete fatto?» Niente. E quel niente è un muro invisibile una presa di distanze un impeto di ribellione. Ma come niente? Ha studiato tutto il giorno (oppure se la rischiava grossa), c’era il compito abbiamo trovato uno straccio di ripetizioni in tempo reale, abbiamo pregato Santi e Madonnine..... e tutto si liquida con un «niente».


Per non parlare dell’attesa, la mattina di tensione, il citofono che suona, la porta che si apre e, tutto finisce in un niente. Ogni giorno è uguale all’altro? Forse. Ma quel niente chiede solo un momento di decompressione, vuol dire è andata, tutto apposto.

Ma ci vuole a capirlo. News dalla classe non ci sono mai. Pettegolezzi, problemi, battute: l’adolescente è muto specie se maschio ma anche le femmine hanno adottato quello spocchioso niente per essere educate... A mamma detective non resta che farsi rappresentante di classe, solo per avere notizie certe, solo per non essere in affanno, l’ultima a sapere che domani c’è il campo scuola. Niente, no?
raffaella.troili@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino