Nestlè, «La maggior parte dei prodotti non è salutare». Ecco il documento interno

SHOWCASE AGGIORNAMENTO 20 GIUGNO Nestlè, «La maggior parte dei prodotti non è salutare». Ecco il documento interno
Il Financial Times attacca il gruppo Nestlè. La maggior parte degli alimenti e delle bevande più famosi di Nestlé non possono essere inseriti in una...

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Il Financial Times attacca il gruppo Nestlè. La maggior parte degli alimenti e delle bevande più famosi di Nestlé non possono essere inseriti in una “definizione condivisa di salute” e “alcune delle nostre categorie e prodotti non saranno mai salutari”. È quanto riporta il Financial Times citando un documento interno del colosso alimentare, in cui si legge che solo il 37% dei cibi e delle bevande prodotti dal gruppo in termini di fatturato (esclusi il cibo per animali e i prodotti legati alla nutrizione medica specializzata) ha una valutazione sopra i 3,5 punti. Ma il gruppo non ci sta e si difende. «Resta per noi il tema di continuare a lavorare su quelle parti di portafoglio dei nostri prodotti più indulgenti su cui il tema è molto però anche di un consumo consapevole. Continueremo a cercare di migliorare dove è possibile il contenuto di grassi e zuccheri, noi abbiamo ridotto il contenuto di zuccheri e sali negli ultimi dieci anni di circa tra il 14 e il 17%». Lo ha spiegato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato gruppo Nestlé Italia e Malta, nel corso di una conferenza stampa online dove gli è stato chiesto di commentare il documento interno del gruppo pubblicato dal Financial Times in cui ci sarebbe stato scritto che la maggior parte dei prodotti del gruppo non è salutare.

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«Questa vicenda ci ha lasciati sconcertati, perché sono state estrapolate e carpite delle informazioni e riportate in modo non corretto e distorto - ha aggiunto -. Questo tema del 60% è completamente misleading: c'è fuori tutto un ulteriore 50% del nostro portafoglio di prodotti che non è interessato a questo tema, la parte della nutrizione infantile, del caffè, l' alimentazione per cani e gatti. Per cui in realtà il numero corretto è meno del 30% del nostro portafoglio che sarebbe non salubre. E di fatto sono le categorie come il cioccolato o i gelati, sono categorie su cui noi stavamo facendo una riflessione dicendo che abbiamo ancora un 30% del portafoglio che non arriva al massimo dello star rating», il sistema di valutazione adottato in Australia, «su cui dobbiamo continuare a lavorare, ma siamo consapevoli che lì la questione è molto più un tema di educazione nutrizionale». 

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Il Gazzettino