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Sulla natalità «si può recuperare terreno? È successo tra il 2013 e il 2019 in Germania, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia mentre nello stesso arco temporale l'Italia è scesa di un -0,12%». Lo ha detto il presidente dell' Istat, Gian Carlo Blangiardo, illustrando una proposta «realistica» per invertire la tendenza demografica, nel corso del suo intervento agli Stati Generali della Natività ricordando che al 2019 il tasso relativo a figli per ogni donna in Italia era di 1,27.
Blangiardo ha indicato «un obiettivo realistico al 2030: accrescere il numero medio di figli per donna di 0,6 unità entro la fine del decennio, nonostante gli ostacoli». «Proviamo a ragionare su questo obiettivo - ha affermato -: non è un obiettivo facile, dobbiamo remare controcorrente: i matrimoni nel 2020 si sono dimezzati e le nascite avvengono per due terzi all'interno dei matrimoni; secondo vincolo è il potenziale riproduttivo.
«Ma se in dieci anni - ha aggiunto - avanzassimo dello 0,6 potremo avere nel 2030 130 mila nati in più rispetto ad oggi, cioè 517mila nascite nel 2030, quindi mezzo milione che si aggiunge alla popolazione italiana. Sarebbe una iniezione di vitalità, è un obiettivo non impossibile. Se ci piace questo percorso come si fa a raggiungerlo? Non è difficile con la dovuta triangolazione degli attori (le famiglie), del privato sociale e delle imprese. C'è bisogno anche di risorse ma forse ringraziando il Cielo ora c'è una fase nuova».
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