Beatles a Pompei, vino e Olimpiadi: i musei italiani diventano "social"

Beatles a Pompei, vino e Olimpiadi: i musei italiani diventano "social"
Quanto sono "social" i musei italiani? O almeno, quanto devono esserlo per conquistare platee sempre più trasversali? Le strategie digitali sembrano essere la...

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Quanto sono "social" i musei italiani? O almeno, quanto devono esserlo per conquistare platee sempre più trasversali? Le strategie digitali sembrano essere la scommessa della nuova comunicazione hi-tech del Ministero per i beni culturali e per il turismo. Per promuovere il patrimonio e catturare l'attenzione del grande pubblico. Se ne è avuta una prova tangibile proprio lo scorso 26 settembre, quando la Soprintendenza speciale di Pompei ha conquistato una valanga di migliaia di "like" sulla sua pagina facebook per una foto molto "social". L'occasione era un anniversario d'oro come l'uscita (era il 26 settembre del 1969) in Inghilterra dell'album capolavoro dei Beatles "Abbey Road".

 


Copertina cool del vinile vedeva i Fab Four in fla indiana sulle strisce pedonali. Stessa scena trasferita nel decumano della città vesuviana, con John, Ringo, Paul e George a camminare sui millenari basoli rialzati che regolavano l'attraversamento dei pedoni. "Noi lo celebriamo così!", postavano gli uffici di Pompei. Un successo virale. In tempi di campagne pubblicitarie geniali e controverse (vedi "Brad is sigle" della Norwegian Airlines o il Fertility Day) i Beatles a Pompei conquistavano subito la loro corona d'alloro. "Abbiamo fatto un concorso tramite la società partecipata Ales per selezionare un media manager", raccontano dal ministero. Non era la prima sfida della rete social del Collegio Romano che punta tutto a rimanere al passo con mode e fenomeni di massa. La campagna via instagram era già stata sperimentata questa estate in due occasioni, con le Olimpiadi di Rio e il Festival del Cinema di Venezia. Temi clou come le discipline sportive-olimpiche (e gli antichi, diciamolo, ne sapevano un bel po') e il grande cinema andavano condivisi via social. Con tanto di quiz: "Cerca le opere nei musei e condividi sui social". Dal Discobolo di Mirone al Bacio di Francesco Hayez stra-citato da Luchino Visconti nel film "Senso". Dopo la sperimentazione estiva, si parte con una strategia sistematica. Il debutto, dal primo ottobre (la presentazione a Mantova il 29 settembre). "Ogni mese sarà scelto un tema, sulla base della stagione, dell'attualità, di fenomeni di costume, di eventi di risalto nazionale e inernazionale, quanto più popolari possibile", spiegano dal Mibact. E il gioco ha inizio. Per #ottobrealmuseo si parte col "vino". Lo slogan è "L'uva, la vendemmia, il vino. Cerca le opere nei Musei e condividile sui social". Tanti i musei italiani che hanno accettato la sfida. Sono state individuate una quarantina di opere capofila che, trasformate in locandina, possano veicolare le condivisioni via social network. Per esempio, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma lancia la "Natura morta" di George Braque. Il parco di Paestum propone un affresco dalla Tomba del Tuffatore, così come il Complesso dei Riti magici di Pompei. E che dire del "Baccanale in onore di Pan" di Sebastiano Ricci alle Gallerie dell'Accademia di Venezia. E non si finisce qui. A novembre il tema "caldo" sarà l'eros e il sesso. E si pensa addirittura a legare via social ogni giorno della settimana ad un mestiere del Mibact, celebrato dalle opere d'arte. Serve tutto questo a portare gente al Museo? C'è chi scommette di sì.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino