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Il rover Perseverance della Nasa, dopo avere testato i primi voli dell’elicotterino Ingenuity, la prima macchina creata dall’uomo a volare su Marte, sta entrando nel cuore della missione: analizzare le rocce del cratere Jezero, dove anticamente si trovava un vasto lago, alla ricerca di antiche testimonianze della vita passata.
Alcune rocce hanno attirato l’attenzione degli scienziati, per la loro forma arrotondata che sembra il frutto dell’azione di fenomeni alluvionali. La Nasa ha informato in un comunicato di stare cercando di risolvere diversi quesiti: quando e come si è formato il corso d’acqua, quando si è prosciugato e quando i sedimenti hanno cominciato ad accumularsi. Alcuni campioni di rocce, che saranno raccolti in seguito, potrebbero conservare ancora tracce di antichi microbi, che qui avrebbero avuto modo di proliferare.
Una fotocamera - nome in codice Watson - è al lavoro per inviare sulla Terra foto dettagliatissime di queste rocce. Gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory vogliono capire in particolare se queste formazioni rocciose sono di tipo sedimentario o magmatico.
Poiché il rover non ha un martello per spezzare le rocce (possibile che non ci avessero pensato?), deve ultilizzare altri metodi per penetrare nei loro misteri millenari. I ricercatori utilizzano, per esempio, il braccio robotico di Perseverance per grattarne via lo strato superficiale, e poi utilizza sistemi a raggi X e luminescenti per cercare di avere maggiori informazioni sulla sua composizione. «Più rocce ispezioni, e più riesci a capirci qualcosa», sostiene Farley,
Marte, nel sottosuolo ci sono condizioni per la vita: la conferma arriva dai meteoriti
L’astrobiologia è un altro obiettivo della missione: la ricerca di antiche forme di vita. Quando, nel corso di prossime missioni di Nasa ed Esa, sarà inviata una sonda su Marte per recuperare i campioni di rocce raccolti, sarà possibile compiere analisi ancora più approfondite.
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Il Gazzettino