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Sono ben 42 i siti, collocati su server esteri, oscurati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, all'esito di una nuova operazione contro il cybercrime. Vendevano e pubblicizzavano on line farmaci contro il Covid, a partire da un antiparassitario usato in campo veterinario, il cui principio attivo l'Ema ha raccomandato di non utilizzare al di fuori degli studi clinici. Ma offrivano anche prodotti presentati come integratori alimentari a cui attribuivano proprietà terapeutiche, come pure medicinali che si possono acquistare solo con una prescrizione medica. Salgono così a 283 i siti chiusi dall'inizio dell'anno , quasi tutti (244) per violazioni legate alla pandemia.
E ancora una volta i Nas invitano i cittadini a diffidare delle offerte in rete di medicinali e prodotti non autorizzati o di dubbia provenienza. I siti - i cui gestori risultano non individuabili- pubblicizzavano la loro offerta in più lingue, italiano compreso. E 35 di loro proponevano anche l'antiparassitario ivermectina, nonostante nel marzo scorso l'Ema avesse diramato una nota proprio per chiedere di non utilizzare il principio attivo che ne è alla base per la prevenzione e per la cura del Covid al di fuori degli studi in corso. Tra i farmaci venduti abusivamente anche l'antinfiammatorio colchicina, utilizzato per alleviare il dolore da attacchi acuti di gotta, per il quale l'Aifa nell'aprile 2020, ha autorizzato uno studio per la sola sperimentazione clinica nel trattamento del Covid-19, con l'obiettivo di valutare l'efficacia e la sicurezza del principio attivo nel ridurre il tasso di ospedalizzazione di pazienti domiciliari con infezione sintomatica da Sars-cov-2.
E l'antibiotico azitromicina, rispetto al quale sempre l'agenzia del farmaco ha pubblicato una scheda con la quale fornisce ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente.
Il Gazzettino