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Nei bambini i sintomi del Covid variano in base all'età: il raffreddore ad esempio è tra i sintomi più comuni sotto i tre anni, sopra i tre anni, invece, il vero campanello d'allarme è il mal di testa. Le malattie croniche non sembrano influenzare la possibilità di avere una diagnosi positiva mentre l'andamento dei contagi nei bambini varia molto in base alla Regione e a contagiare sono più frequentemente i famigliari. Sono i risultati di uno studio osservazionale - appena pubblicato sulla rivista scientifica Quaderni Acp - presentato e discusso nel corso del 33° Congresso Nazionale dell'Associazione culturale pediatri (Acp), appena concluso.
Alla ricerca hanno partecipato 34 pediatri di famiglia che hanno seguito 1.947 bambini con una distribuzione regionale concentrata in alcune aree: Veneto (10 pediatri, 10.283 bambini), Lombardia (8, 7.390), Piemonte (6, 5.967), Sicilia (4, 3.675).
«Queste differenze sono verosimilmente legate alla diversa gestione della malattia nelle varie regioni, con conseguente diversa possibilità di confermare la diagnosi nei casi sospetti», ha spiegato Giacomo Toffol, pediatra Acp e coordinatore dello studio, al quale hanno lavorato tra gli altri anche i pediatri e ricercatori Laura Reali e Roberto Buzzetti. I pediatri confermano che, in generale, il decorso della malattia nell'età pediatrica si conferma significativamente meno grave rispetto alle età più avanzate, con un basso numero di ricoveri e una mortalità bassissima. Ma mentre l'andamento dei casi di Covid-19 pediatrico che hanno necessitato di ricovero ospedaliero è stata ampiamente descritta da numerosi studi italiani e internazionali, minori sono le informazioni relative al molto più grande numero di casi pediatrici meno gravi, che non necessitano di ospedalizzazione. Ancora non esaustive sono inoltre le informazioni sulla contagiosità del virus Sars-Cov2 in questa fascia d'età e sul il ruolo che giocano i bambini e gli adolescenti nella trasmissione di questo virus.
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