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La lunga strada verso la riduzione del gender gap sembra esser stata resa ancora più diffcile da percorrere dagli ostacoli dalla pandemia di Covid: a livello globale, nel 2019-20 le donne hanno perso 54 milioni di posti di lavoro. Sono colpite in modo sproporzionato dall'inquinamento ambientale, ma sono anche escluse dal processo decisionale sulle politiche e i finanziamenti per affrontare le emergenze, inclusa quella della pandemia. Nonostante siano state in prima linea nella risposta al Covid-19, costituendo il 70% degli operatori sanitari, attualmente detengono solo il 24% dei posti nelle task force Covid-19 che hanno coordinato la risposta in tutto il mondo. A mettere in luce come la pandemia «abbia esacerbato le disuguaglianze di genere preesistenti» è UN Women che lancia oggi un nuovo «Piano femminista per la sostenibilità e la giustizia sociale, 'oltre il Covid'». Secondo il documento presentato dall'ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e messo a punto da oltre 100 esperti internazionali, «entro la fine del 2021, i posti di lavoro degli uomini saranno ripresi, ma ci saranno ancora 13 milioni di donne in meno occupate».
Tra l'altro, si legge, «anche prima della pandemia, le donne hanno svolto un lavoro di cura non retribuito tre volte più di frequente rispetto agli uomini». Per affrontare queste crisi si incrociano tra loro, UN Women chiede 4 azioni. In primis aumentare gli investimenti pubblici per l'assistenza e le infrastrutture sociali, aumentando il sostegno per gli operatori sanitari non retribuiti: questo «potrebbe creare il 40-60% in più di posti di lavoro rispetto agli stessi investimenti in edilizia».
Il Gazzettino