La lunga strada verso la riduzione del gender gap sembra esser stata resa ancora più diffcile da percorrere dagli ostacoli dalla pandemia di Covid: a livello globale, nel 2019-20 le donne hanno perso 54 milioni di posti di lavoro. Sono colpite in modo sproporzionato dall'inquinamento ambientale, ma sono anche escluse dal processo decisionale sulle politiche e i finanziamenti per affrontare le emergenze, inclusa quella della pandemia. Nonostante siano state in prima linea nella risposta al Covid-19, costituendo il 70% degli operatori sanitari, attualmente detengono solo il 24% dei posti nelle task force Covid-19 che hanno coordinato la risposta in tutto il mondo.
Tra l'altro, si legge, «anche prima della pandemia, le donne hanno svolto un lavoro di cura non retribuito tre volte più di frequente rispetto agli uomini». Per affrontare queste crisi si incrociano tra loro, UN Women chiede 4 azioni. In primis aumentare gli investimenti pubblici per l'assistenza e le infrastrutture sociali, aumentando il sostegno per gli operatori sanitari non retribuiti: questo «potrebbe creare il 40-60% in più di posti di lavoro rispetto agli stessi investimenti in edilizia». In secondo luogo, si deve «assicurare sistematicamente la rappresentanza delle donne nelle strutture e nei meccanismi di partecipazione pubblica che affrontano il cambiamento climatico e la risposta alle emergenze». La road map chiede quindi «finanziamenti per le organizzazioni per i diritti delle donne, «oggi tristemente sottofinanziate», tanto che nel 2018-19 hanno ricevuto solo una piccolissima frazione degli aiuti totali. Un Women chiede infine di »sfruttare il potenziale della transizione verso la sostenibilità ambientale, che potrebbe creare fino a 24 milioni di nuovi posti di lavoro verdi« dando alle donne la possibilità di «accedere alla loro giusta quota di opportunità».
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