Dolore al fianco dopo la corsa? Non è la milza come si è sempre creduto: ecco di cosa si tratta

Dolore al fianco dopo la corsa? Non è la milza come si è sempre creduto: ecco di cosa si tratta
A chi non è mai capitato di sentire un dolore al fianco dopo una corsa? Soprattutto da bambini, probabilmente a tutti, e quasi sempre le mamme e le nonne hanno risposto che...

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A chi non è mai capitato di sentire un dolore al fianco dopo una corsa? Soprattutto da bambini, probabilmente a tutti, e quasi sempre le mamme e le nonne hanno risposto che era dovuto alla milza e a uno scarso allenamento. Ebbene le certezze dell'infanzia dovranno venire meno visto che quel dolore sembra essere ben altro.




Se non era alla milza, il dolore veniva attribuito al fegato, se magari il dolore si propagava nel lato opposto, ma anche in questo caso l'affermazione è inesatta. Il dolore nello specifico ha un termine medico: exercise related transient abdominal pain (ETAP) o "dolore addominale transiente connesso all'esercizio fisico". Si tratta di un termine scientifico ma che di sicuro ha solo che non riguarda né il fegato né la milza.

Colpisce due terzi dei runner e si manifesta durante le attività che comportano torsione del busto, come la corsa, il nuoto o l'equitazione. Colpisce soprattutto i giovanissimi e, cosa forse non nota a tutti, anche atleti e persone molto allenate ne soffrono talvolta. Quindi da cosa dipende se non dalla lunga inattività? Una comune spiegazione lo riconduce a uno scarso afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al diaframma, ma alcuni sport come l'equitazione non richiedono un dispendio di ossigeno tale da giustificare questo dolore. Un'altra versione sostiene che i sobbalzi dell'attività fisica sollecitino eccessivamente i legamenti dei visceri, così da giustificarne il dolore. Infine c'è chi addita la colpa anche alla postura.

La verità è che non si ha una spiegazione precisa, i fattori sono molteplici. Quello che è certo è che se si tratta di un dolore transitorio, sporadico e momentaneo non c'è da preoccuparsi, ma se dovesse persistere è bene fare ricorso a una visita medica.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino