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Nutrizione in gravidanza, un test genetico può aiutare a gestirla. Evitare un eccessivo aumento di peso in gravidanza e nutrirsi in maniera sana, riduce il rischio di patologie che possono creare complicanze alla mamma e al bambino. Per riuscire a farlo, oltre alla volontà e ai consigli dei medici, l'esame del Dna può venire in aiuto. È stato messo a punto nei laboratori dell'Altamedica Healthcare Center il primo test genetico in grado di analizzare la predisposizione ai problemi del metabolismo in gravidanza. «Come dimostrano le più recenti ricerche nel campo della nutrigenetica, c'è un rapporto di reciproca influenza tra Dna e alimentazione», spiega Alvaro Mesoraca, direttore del Laboratorio di Genetica Medica presso l'Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica.
Il nostro Dna, prosegue, «influenza il modo in cui assorbiamo, metabolizziamo, eliminiamo o potenziamo gli effetti dei nutrienti assunti tramite il cibo.
Grazie ad un semplice tampone salivare da fare a casa, i genetisti Altamedica (www.altamedica.it) riescono a verificare la presenza di varianti genetiche collegate a obesità, diabete, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e riduzione dell'assorbimento di nutrienti indispensabili in gravidanza (Acido Folico, Ferro, Calcio, Vitamina B12, Vitamina D, Zinco, Sodio, Potassio). In 15-20 giorni dalla ricezione del campione, le pazienti ricevono l'elenco dei geni analizzati con un'indicazione del livello di rischio, insieme ad una lista di alimenti consigliati, sconsigliati e tollerati in base al profilo genetico, che è unico per ciascuno di noi. «Partendo da queste informazioni - conclude Mesoraca - è possibile adeguare la dieta e lo stile di vita al proprio Dna, per la salute del feto e della gestante».
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