Venezia, è il momento di scegliere

Venezia, è il momento di scegliere
Otto anni fa, abbiamo scritto nel Gazzettino che ai Veneziani rimaneva ormai poco tempo per scegliere il loro futuro. La città, di cui loro sono i gestori ma non i...

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Otto anni fa, abbiamo scritto nel Gazzettino che ai Veneziani rimaneva ormai poco tempo per scegliere il loro futuro. La città, di cui loro sono i gestori ma non i proprietari - nessun può appropriarsi di un patrimonio dell'Umanità - sta spopolandosi trasformata in una sorta di Disneyland o altro parco di divertimento per il turismo di massa. Venezia tuttavia potrebbe ancora decidere di diventare una nuova Silicon Valley, uno dei principali centri della creatività culturale e tecnologica europea.

La fragilità dell'orientamento attuale è, ormai, stata ampiamente dimostrata. Si sapeva che il turismo di massa degrada la città, ne mina letteralmente le fondamenta con il moto ondoso e le Grandi Navi, distrugge la Laguna, avvelena l'ambiente, non porta nulla agli abitanti cacciati dalla loro città, arricchisce solo interessi particolari. Ora, vediamo quanto è fragile l'attuale scommessa sul solo turismo di massa. Questo inverno, l'acqua alta, fenomeno ieri eccezionale, ha scacciato i turisti con una serie d’inondazioni senza precedente. Tra novembre e dicembre, 43 volte la Piazza San Marco è stata allagata e, nell’anno 2019, per 25 volte si sono verificate acque alte al di sopra dei 110 centimetri. Il fenomeno si ripeterà probabilmente spesso. Lo scandaloso Mose, inutile, dannoso, costoso, potrebbe non impedirlo in caso di malfunzionamenti o se si verificasse il fenomeno della risonanza. All'inizio del 2020, la pandemia ha imposto un confinamento, deciso con un po’ di ritardo in quasi tutta l'Europa. Il turismo si è fermato a Venezia come dappertutto. Tutte le imprese che vivono di turismo stanno soffrendo terribilmente e molte andranno in bancarotta. Mario Santi averte : "Il dopo pandemia è sicuramente destinato a registrare un’inversione di tendenza, disastrosa dal punto di vista della perdita di reddito e opportunità di lavoro per tutto il settore turistico. Sarà lento e difficile recuperare la possibilità di muoversi. Molte mete vedranno calare drasticamente i visitatori e ci vorrà un po’ per non averne più paura, per la loro localizzazione in zone ‘sospette’ o ad esse contigue o per il fatto stesso di creare assembramenti di massa." Non sappiamo ancora se i Paesi europei e le loro aziende avranno il coraggio di rompere con quaranta anni di politiche economiche e sociali che sacrificano il bene comune per il profitto a corto termine di una minoranza, anche nel campo della salute. Senza una tale rottura, torneranno altre crisi sanitarie e/o economiche come quella del 2008. I disordini sociali e politici alimenteranno il terrorismo ed altri conflitti che spesso interromperanno i viaggi all'estero ed il turismo internazionale. Gestire il suo tramonto... I Veneziani non possono risolvere da soli i problemi del pianeta. Però, la riduzione della fragilità della loro economia dipende solo dalla loro volontà. Venezia potrebbe diventare un esempio per il mondo. L'unica condizione per questo è di non scommettere tutto sul dannoso e fragile turismo di massa, anche se un tale cambiamento di direzione disturberebbe gli interessi di chi sta sfruttando e rovinando Venezia. Venezia ha uno straordinario avvenire se non si accontenta di gestire il suo tramonto. Venezia deve costruire il suo futuro sulle sue specificità, su quello che ne fa un luogo unico al mondo. Non deve più lasciare cancellare le sue peculiarità. Ci sono due direzioni da prendere. Da un lato, i Veneziani dovrebbero valorizzare l'esperienza che il miliardo di persone confinate sta acquistando del telelavoro, delle tele-attività di ogni genere. Facciamo in modo che le persone possano visitare Venezia, apprezzare i suoi tesori, i prodotti degli artigiani e delle imprese della regione, senza spostarsi dalle loro poltrone. Cosi, le previsibile frequenti interruzioni dei trasporti internazionali avranno un impatto minore sull'economia veneziana. Questo significa rendere i siti Web veneziani molto più multilingue, utilizzando maggiormente la realtà virtuale e gli altri strumenti di comunicazione e commercio online. D'altra parte, questo è il più importante, Venezia deve puntare su un turismo culturale di qualità e cercare di attirare persone capaci di apprezzarla, che si fermeranno per più giorni, si daranno il tempo di scoprire la vita dei veri Veneziani, scambieranno con loro, vorranno ritornare. Alcuni, sedotti da questo luogo di grande ispirazione, almeno quando non ci sono folle di turisti di passaggio per qualche ora, decideranno di stabilirsi e ne faranno il loro luogo di vita e di lavoro. A questo scopo si possono sfruttare i congressi internazionali e gli incontri professionali, a Venezia, così come la relazione dei ricercatori e dei docenti dei laboratori veneziani. ...o costruire una Nuova Atene! Venezia possiede una carta eccezionale da giocare. Quale luogo è altrettanto attraente per pensare, creare, lontano dal chiasso del mondo e della corsa contro il tempo, in uno spazio d’armonie favorevole alla creatività in tutti i campi? Venezia è nel cuore dell’Europa attiva, vicina del mondo intero grazie all’Internet. Ricordiamo che lo sviluppo intellettuale e creativo che ha preparato il Rinascimento italiano è stato fortemente ispirato dalla bellezza dei monumenti e delle opere d'arte lasciate dai Greci ed i Romani. Ricordiamo che cinque secoli fa, Venezia è stata capace d'attirare e sedurre i talenti di tutta l'Italia, dell'Europa intera. È diventata la capitale mondiale del libro grazie ai tecnici tedeschi, agli eruditi bizantini ed europei, al genio di un Aldo Manuzio venuto da Bassiano. Manuzio ha inventato il libro tascabile. Troppi preferiscono immaginare come mettere il denaro pubblico nelle loro tasche! Peccato, nei due sensi di questa parola. Peccato mortale per la Serenissima! Delle aziende non inquinanti, con un'alta concentrazione di materia grigia, s’insedierebbero volentieri a Venezia e nelle sue isole. Si feconderebbero l'un l'altra e attirerebbero facilmente le migliori competenze del mondo in un simile contesto. Sappiamo che, oggi, un territorio è tanto più attraente per i talenti quanto più è piacevole da vivere per loro e le loro famiglie. Microsoft ha dovuto fare molti sforzi per mantenere a Seattle, dove piove sempre, i suoi talenti tentati dal sole californiano. Venezia diventerebbe un esempio per l'Europa e per tutti i paesi democratici. Ma non dimentichiamo che cinque secoli fa è diventata la capitale del libro moderno perché riuniva quattro condizione che rendono una terra creativa. Era il paese meno xenofobo, garantiva la massima libertà di pensiero ed i suoi dirigenti erano i più colti, avevano grande considerazione per i creativi, gli artisti, i pensatori ed i tecnici; era anche lo stato che reprimeva più severamente la corruzione dei suoi funzionari e politici. Queste sono le condizioni che dovremo ristabilire in Europa per ritrovare la strada di uno sviluppo durevole. Certo, l'orientazione che proponiamo necessita sforzi. Chiudere il porto e la Laguna al crocierismo di massa farà perdere qualche centinaia d’impieghi dannosi per l’avvenire di Venezia; ma non sarebbe doloroso per i dipendenti se si organizza la loro riconversione in un piano ambizioso. Rinunciare agli affitti in Airbnb, che scacciano i Veneziani da Venezia, implica "rispondere alla crisi delle fittanze turistiche ricreando un mercato degli affitti per gli abitanti", come spiega Mario Santi. In un momento di crisi drammatica, dobbiamo scegliere il nostro futuro. Disneyland o Silicon Valley del terzo millenario? Una Nuova Atene, epicentro intellettuale ed economico? La scelta del futuro rimane nelle mani degli uomini. Implica politici e imprenditori onesti, rispettosi del Bene Pubblico come nella grande epoca della Serenissima. Scommettere su una mediocrità pericolosa e falsamente facile, senza avvenire, o costruire un futuro ambizioso, per cui valga la pena di impegnarsi? Questa è la scelta! Arlette ed Andrea Portnoff
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Il Gazzettino