Mestre è diventata invivibile ecco perchè me ne vado

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Leggo sul Gazzettino “Fugge all'alt della polizia e sperona la pattuglia: inseguimento in centro”. Quella sera,...

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Leggo sul Gazzettino “Fugge all'alt della polizia e sperona la pattuglia: inseguimento in centro”.


Quella sera, mercoledì, erano le nove passate da poco ed ero vicino alla fermata Villa Erizzo in via Cappuccina: abito in zona e, dopo anni, ero andata a cena in un locale del centro insieme ad un’amica.

La macchina dell’albanese correva a velocità assurda inseguita dalla volante della Polizia, sirena e lampeggianti in funzione, sulla strada completamente vuota e quasi spettrale, i marciapiedi animati solo da qualche capannello di stranieri intenti in chissà quale traffico.

Ripeto, erano le nove di sera passate da poco.

Il centro di Mestre, in un giorno feriale, a quell’ora, è deserto, anche nella bella stagione: in piazza Ferretto e dintorni si incontrano soltanto stranieri di varie etnie accomunati dall’aria poco raccomandabile, o al massimo qualche turista che vagola perplesso. Durante le vacanze scolastiche si aggiungono bande di ragazzini ubriachi e schiamazzanti che spesso arrivano alle mani.

Una donna non può, semplicemente non può andare in giro da sola, e anche se è insieme ad un’altra donna, com’ero io, prova inquietudine e paura. Deve tenere gli occhi bassi perché uno sguardo diretto può essere scambiato per disponibilità o provocazione, e ugualmente rischia di essere oggetto di approcci sgraditi.

Il terrore di venire aggredita e scippata è grande, visto che ormai questi episodi avvengono pure in pieno giorno.

Fino a sei, sette anni fa non era così: per esempio potevo tranquillamente portare a spasso il cane da sola anche ad un’ora più tarda. Oggi non ne avrei il coraggio.

Tornando a casa, a braccetto con la mia amica e quasi di corsa per fare più presto possibile, guardavo le tante finestre illuminate e pensavo a tutte le persone che forse avrebbero voglia di una passeggiata dopo cena ma che rimangono ben chiuse in casa per paura di chi incontrerebbero per strada. E pensavo che non è giusto.

No, non è proprio giusto che Mestre ci sia stata sottratta in questo modo, che si sia consentito a tanti stranieri di prenderne possesso e a tanti delinquenti di agire nella più totale impunità.

Nonostante viva qui da sempre, io ho deciso di andarmene via perché credo che la situazione sia irrecuperabile. Non so chi sarà il nuovo sindaco di Venezia (e di Mestre) ma a questo punto non me ne importa più, tanto sono sicura che nessuno farà mai niente per ripulire la nostra città e restituirla a chi l’amava e se l’è vista rubare.


Distinti saluti.

Delia Martini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino